STORIA- Personaggi del passato.




        Enrico VIII Tudor d'Inghilterra. 28 giugno 1491- Londra 28 gennaio 1547.



Enrico VIII fu il secondo monarca della Dinastia Tudor come successore di suo padre, re Enrico VII Fu il fondatore della chiesa Anglicana nata in séguito allo Scisma religioso, quindi alla separazione dalla chiesa cattolica di Roma. Nei primi tempi fu un fiero oppositore delle teorie di Lutero e per questo motivo ottenne nel 1521 da Papa leone  il titolo di "Difensore della fede".
In séguito, tuttavia, arrivò a un insanabile contrasto con Papa clemente VII Sposato sei volte e detentore di un potere assoluto incontrastato, segnò fortemente le vicende inglesi. Decretò lo scioglimento dei monasteri l'unione dell'Inghilterra con il Galles.
Fu secondo di sei fratelli di cui tre morirono presto. Nel 1501 presenziò alle nozze del fratello maggiore Arturo con Caterina D'Aragona allora rispettivamente di quindici e sedici anni. Arturo tuttavia morì per una infezione poco dopo, ed Enrico, all'età di soli undici anni, divenne erede al trono.
Il padre Enrico VII, però voleva concludere un'alleanza matrimoniale fra Inghilterra e Spagna con un nuovo matrimonio fra Enrico e la vedova Caterina d'Aragona. Per ottenerlo occorreva e una dispensa di Papa Giulio II, perché, malgrado il matrimonio precedente non fosse stato consumato, inglesi e spagnoli convennero sulla necessità di una dispensa papale per la rimozione di tutti i dubbi per quanto riguardava la legittimità dell'unione. 
Alla morte del padre, nell'anno 1509, a 18 anni Enrico salì al trono, col nome di Enrico VIII.  
Circa nove settimane dopo, sotto la spinta della Spagna, Enrico sposò Caterina, per gli impegni presi precedentemente, la cerimonia di incoronazione dei due sovrani venne celebrata nell'Abbazia di Westminster, il 24 giugno dello stesso anno.
Uomo eccezionalmente attraente, alto circa un metro e novanta, biondo e atletico, definito "il più bel principe della cristianità". Gioviale e cavalleresco, possedeva inoltre una vasta cultura umanistica, una solida conoscenza delle lingue (latino, spagnolo, francese) un genuino interesse per la teologia e un
notevole talento musicale.
Iniziarono quasi subito i problemi di discendenza che segneranno a lungo il regno di Enrico VIII; la prima gravidanza della regina Caterina si concluse con un figlio nato morto, nel 1510, e il secondo figlio, nato il 1º gennaio 1511, sopravvisse soltanto due mesi. 
Enrico, ormai ventenne, raggiunse l'esercito inglese attraversando la Manica e partecipando attivamente alle operazioni militari. Nel 1514 Ferdinando II abbandonò l'alleanza e si arrivò alla pace con i Francesi. L'ascesa del re Francesco I di Francia nel 1515, portò nuovamente l'Inghilterra e la Francia su posizioni antagoniste. Sul piano dinastico, nel 1516, la regina Caterina diede alla luce una bambina, Maria, facendo sperare a Enrico di poter ancora avere un erede maschio, che fino ad allora, per fatalità, non aveva avuto.
Le vicende europee nel frattempo videro la morte di Ferdinando II di Spagna nel 1516, cui successe suo nipote (e nipote della regina Caterina) Carlo V. Nel 1519 morì anche Massimiliano I. I Principi elettori scelsero Carlo V come successore alla guida del Sacro Romano Impero, malgrado i tentativi diplomatici dell'allora cardinale Wolsey che si oppose a tale nomina. La crescente rivalità fra Francesco I e Carlo V permise a Enrico, per un certo periodo, di diventare l'ago della bilancia tra le potenze in Europa. Francia e Spagna cercarono dapprima l'appoggio inglese, ma dopo il 1521 l'influenza dell'Inghilterra in Europa cominciò a diminuire. Enrico si alleò con Carlo V e nella guerra che seguì Francesco I venne rapidamente sconfitto. La situazione internazionale più stabile che ne seguì ridusse il peso della diplomazia inglese in Europa.
Enrico non aveva ancora un erede maschio. Il popolo inglese riteneva disastroso il governo femminile ed Enrico pensò che soltanto un erede maschio avrebbe potuto mantenere il trono e la sua dinastia. Solo una femmina, la principessa Maria, era sopravvissuta sino ad allora all'infanzia. Nel 1526, quando ormai la regina Caterina, di salute peraltro sempre più cagionevole, entrò in menopausa, il re cominciò a corteggiare Anna Bolena, educata in Francia, già dama di compagnia della regina.
Enrico voleva fortemente un erede maschio, e iniziò a pensare alla possibilità di far dichiarare nullo il suo matrimonio con la regina Caterina in base alle precedenti nozze della stessa con il proprio defunto fratello e ciò malgrado la stessa Caterina avesse ripetutamente giurato che tale unione non era mai stata consumata. Il cardinale Wolsey  cominciò riservatamente un'indagine sulla validità del matrimonio, che tuttavia apparve presto difficilmente impugnabile sul piano del diritto. Inoltre Enrico chiese a Papa Clemente VII anche una dispensa che gli permettesse di sposare Anna Bolena.   
Clemente VII, pur non favorevole ad annullare il matrimonio, concesse la dispensa voluta, probabilmente pensando che tale concessione non sarebbe servita a nulla finché Enrico fosse rimasto sposato a Caterina.
In questa fase la diplomazia segreta giocò un ruolo determinante per gli avvenimenti che seguirono. Intervennero nella contesa, solo apparentemente interna della corona inglese, gli interessi della Spagna, cattolica, e quindi del Sacro romano Imperatore figlio della sorella di Caterina. 
La reazione di Enrico, che non accettò il rifiuto del Papa alle sue richieste, comportò la nascita della chiesa anglicana e l'annullamento di fatto del matrimonio tra Enrico e Caterina, cui seguirà a sua volta la scomunica di Papa Clemente. La regina Caterina portò la questione davanti alla legge, ma venne sconfitta - celebre la sua supplica rivolta al marito in tale occasione-anche se gli argomenti portati a sostegno della presunta consumazione del matrimonio con il principe Arturo apparvero già all'epoca non molto convincenti.  In sèguito alla decisione sulla nullità del matrimonio, Caterina fu costretta a lasciare la Corte reale e perse il titolo di regina, venendo chiamata «la principessa vedova del Galles», titolo che le era già stato conferito oltre vent'anni prima. Il Re stava ormai per divenire il capo della Chiesa Anglicana, e l'influenza di Roma, non poté nulla. 
La regina Caterina fece appello al nipote, Carlo V, per ottenere sostegno. Il cardinale Wolsey, non ottenendo quanto richiesto al Papa cadde in disgrazia presso il re e rischiò il processo, ma morì prima che questo venisse celebrato.
Il potere passò all'intellettuale e umanista Tommaso Moro, mentre Thomas Cranmer divenne Arcivescovo di Canterbury. Il 25 gennaio1533 si celebrarono le nozze di Enrico e Anna Bolena. 
Tommaso Moro non approvò l'annullamento del matrimonio tra Enrico e Caterina e non partecipò alla cerimonia di incoronazione di Anna, tuttavia scrisse a Enrico che riconosceva Anna come sua regina. In seguito la principessa Maria venne dichiarata illegittima, e nuovo erede al trono designato diventò la figlia della regina Anna, la Principessa Elisabetta
Caterina perse il titolo di "regina" e morì di cancro, nel gennaio 1536 Papa Clemente rispose con la Scomunica di Enrico, emessa nel mese di luglio del 1533 
Tommaso Moro, nel frattempo, si dimise dall’incarico di governo, processato e giustiziato e sostituito da Thomas Cromwell che divenne il nuovo Cancelliere dello scacchiere.
Il Parlamento approvò gli atti che sancirono la frattura con Roma nella primavera del 1534
In particolare l'Act of Supremacy (Atto di Supremazia) stabilì che il Re è "l'unico Capo Supremo della Chiesa d'Inghilterra". Al Papa vennero negate le fonti di finanziamento come l'obolo di San Pietro
L'Act of Succession (Atto di Successione), sempre del 1534, spostò la linea dinastica dalla ex sovrana alla discendenza di Anna Bolena. Tutti gli adulti del regno vennero tenuti ad accettare le disposizioni di queste leggi e chiunque avesse rifiutato sarebbe stato giudicato colpevole di alto tradimento e passibile di pena di morte.
Come conseguenza di questi atti tutta la struttura della chiesa cattolica inglese venne attaccata. Cromwell, spinto e sostenuto dal sovrano, fece approvare dal parlamento, nel 1536, una legge che espropriò i possedimenti dei monasteri minori: questa azione portò, nel giro di alcuni anni, nelle casse dello stato, ingenti quantità di denaro e l'anglicanesimo di Enrico VIII prese un indirizzo protestante.
Dal 1536 Anna cominciò a perdere il favore di Enrico, in parte per il proprio carattere altezzoso e indisponente e soprattutto perché neppure lei riuscì a dare alla luce un erede maschio. 
Dopo la nascita della principessa Elisabetta, Anna ebbe altre gravidanze che si conclusero però con aborti spontanei o con bambini nati a termine o quasi, ma morti. 
Enrico VIII, nel frattempo, s'interessò a un'altra nobile della corte, Jane Seymour
Anna venne accusata di aver usato la stregoneria per spingere Enrico a sposarla, di avere amanti tra i quali un musicista di corte d'origine fiamminga, Mark Smeaton, i cortigiani Henry Norris, Francis Weston e William Brereton oltre al proprio stesso fratello; di essere colpevole di incesto, di ingiuria verso il re e di cospirazione per ucciderlo. Durante il processo, fu insinuato che Anna avesse confidato ai propri amanti che il re era in realtà impotente, lasciando intendere che la piccola Elisabetta non fosse figlia di Enrico. La corte, giudicò la regina colpevole e la condannò a morte, con gli altri quattro uomini che si presumeva fossero suoi amanti e col fratello.
Undici giorni dopo l'esecuzione di Anna, Enrico sposò Jane Seymour, sua terza moglie. La Legge inglese di successione del 1536 dichiarò che i figli di Enrico e della Regina Jane sarebbero stati primi nella linea di successione e che Lady Mary e Lady Elizabeth erano illegittime.
Jane diede alla luce un figlio, Principe Edoardo, nel 1537, ma, spossata da un travaglio durato un giorno intero, morì di febbre puerperale pochi giorni dopo.
Enrico VIII rimase profondamente turbato dalla perdita della donna che gli aveva finalmente generato un figlio maschio. È probabile che la depressione conseguente al lutto abbia aggravato i suoi problemi di salute. Nel 1537, Enrico aveva già superato i quarantacinque anni  età per l'epoca ritenuta già avanzata e gli eccessi alimentari si avviava a diventare obeso, mentre dolorose ferite sulle gambe dovute alla gotta e al diabete gli impedivano di camminare e lo tormentavano con emorragie e infezioni.
Nel 1544, gli ultimi anni, tra l'obesità, il sovrano pesava all'incirca 180 kg per mt 1,85 di statura, e l'aggravarsi della gotta e del diabete aggravati, furono segnati da un inarrestabile declino fisico e mentale, culminato nelle accuse di eresia e tradimento lanciate contro la sua ultima moglie Caterina Parr, che evitò l'arresto nell'estate 1546 solo dopo aver formalmente ribadito la propria sottomissione al consorte, e nell'arresto del giovane poeta il Conte di Surrey presunto amante della regina e decapitato.
Il 28 gennaio1547, dopo alcuni giorni di agonia, Enrico si spense nel palazzo di Whitehall
Il corpo del sovrano venne sepolto nella Saint George's Chapel nel Castello di windsor vicino alla terza moglie Jane Seymour.

LE SEI MOGLI DI ENRICO VIII.











CATERINA D'ARAGONA.1485-1536 ( prima moglie)
Madre di Maria Tudor la cattolica detta anche Blody-Mary (Maria la sanguinaria)



















ANNA BOLENA.1501-1536 (seconda moglie)
Madre di Elisabetta I, la Grande Regina d'Inghilterra.






















JANE SEYMOUR. 1508-1537 (terza moglie)
Madre di Edoardo VI, Re d'Inghilterra morto a soli 17 anni. 
























ANNA DI CLEVES. 1515-1557 (quarta moglie) originaria di Dusseldorf in Germania. Ripudiata dal Re ma rimasta dama di corte.























CATHERINE HOWARD.1521-1542 (quinta moglie)
Accusata di tradimento e di comportamento licenzioso fu decapitata nella torre di Londra
























CATERINA PARR. 1512-1548 (sesta moglie)
Sopravvisse al Re Enrico e fu una ottima Regina.












BIOGRAFIE:

Caterina d'Aragona.

Era la figlia più giovane dei Re Cattolici di Spagna, Ferdinando II d'Aragona e Isabella I di Castiglia. Era di statura piuttosto bassa, con una tendenza alla pinguedine che all'epoca era apprezzata quale segno di buona salute e fertilità, lunghi capelli biondi con una sfumatura rosso-oro, grandi occhi blu, un viso ovale dai lineamenti regolari e carnagione chiara. 
In tenera età, Caterina fu considerata una moglie adatta per Arturo, principe di Galles, figlio maggiore di Enrico VII d'Inghilterra e erede al trono.
I due si incontrarono in seguito il 4 novembre nell’Hampshire.  Arturo scrisse ai suoceri che sarebbe stato un "marito fedele e affezionato" e disse ai genitori di essere immensamente felice di "vedere il viso della sua amabile sposa". All'epoca, Caterina, appena sedicenne, appariva come una giovane donna assolutamente piacente per i canoni dell'epoca.
Rimasta presto vedova, suo padre Enrico VII cercò di impedire che la dote di Caterina fosse restituita a suo padre, decise che la ragazza avrebbe sposato il suo secondo figlio Enrico, duca di York, di cinque anni più giovane di lei.
Convolarono a nozze l'11 giugno 1509, sette anni dopo la morte del principe Arturo, con Enrico appena incoronato Enrico VIII nella Chiesa di Greenwich. Lei aveva 23 anni, Lui invece pochi giorni al diciottesimo compleanno.
Enrico VIII e Caterina d'Aragona furono consacrati e incoronati re d'Inghilterra dall'arcivescovo di Canterbury in una sontuosa cerimonia nell'Abbazia di Westminster.
Caterina ebbe diversi aborti, partorì 5 figli morti, o morti subito dopo, infine partorì una figlia in buona salute; fu chiamata Maria e battezzata tre giorni dopo, con grandi celebrazioni, nella vicina chiesa dei Frati Osservanti. 
Nel 1525, Enrico VIII si innamorò di Anna Bolena, una dama di compagnia della regina Caterina che era più giovane di lui di almeno 10. Egli cominciò a corteggiarla, e Caterina, all'epoca, oltre ad essere precocemente invecchiata ed appesantita, era ormai entrata in Menopausa e non era più in grado di avere figli. 
Il re cominciò a pensare che il suo matrimonio fosse maledetto per aver sposato la vedova del fratello anche se il matrimonio non fosse stato consumato. La sua divenne una ossesione perché desiderava un erede maschio.
L'inviato papale in accordo con il re e su suggerimento dello stesso pontefice, provarono a convincere la regina a risolvere la questione ritirandosi in convento, decisione che avrebbe sciolto il matrimonio.
La sovrana irata rispose: "Dio non mi chiamò mai per il monastero, io sono la vera e legittima moglie del re". Il Re ripose le sue speranze in un appello al papato, mandò il segretario dal papa per intentare la causa dell'annullamento.
Il 23 maggio 1533 l'arcivescovo Thomas Cranmer dichiarò ufficialmente la nullità del matrimonio con Enrico e da quel momento Caterina tornò ad essere solo "principessa vedova di Galles".Caterina fu infine trasferita in un  castello di nel Cambridgeire dove trascorse gli ultimi tre anni di vita, senza più poter rivedere la figlia Maria e persistendo nel rifiuto di riconoscere le seconde nozze di Enrico con Anna Bolena celebrate segretamente nel gennaio 1533, quando Anna era probabilmente incinta di alcune settimane.

Anna Bolena.


Il suo matrimonio con Enrico VIII fu causa di considerevoli sconvolgimenti politici e religiosi che diedero origine allo scisma anglicano.

Nell'ottobre 1514, in occasione del matrimonio tra Maria Tudor(sorella di Enrico VIII) e di Luigi di Francia il padre dispose il suo trasferimento alla corte francese, dove rimase fino al 1521. 
Qui fu la dama di compagnia della stessa regina di Francia Maria Tudor.
Durante la sua permanenza alla corte di Francia Anna poté completare i suoi studi di francese, sviluppando anche interessi per la moda, l'arte, i manoscritti miniati, la letteratura, la musica, la poesia e la filosofia religiosa, oltre ad acquisire conoscenze sulla cultura francese, sulla danza, sul galateo.
Anna fece il suo debutto ufficiale a corte il 4 marzo1522 partecipando, assieme a sua sorella Maria, ad un ballo organizzato in onore degli ambasciatori imperiali. 
La grazia e la bellezza messi in mostra da Anna durante il ballo furono tali da farla considerare come una delle donne più belle ed eleganti della corte.
Nella primavera del 1526 re Enrico VIII, innamoratosi di Anna, incominciò a corteggiarla insistentemente affinché diventasse la sua amante, ma Anna rifiutò ogni tentativo di seduzione e ad ogni diniego veniva allontanata dalla corte e rispedita a Hever. 
Anna dovette vedere nell'infatuazione del re una grande opportunità da sfruttare al meglio: sapeva che se avesse acconsentito alla sua richiesta, sarebbe stata semplicemente una delle sue tanti amanti (così come era successo alla sorella Maria); meglio allora spingere Enrico VIII a separarsi dalla moglie Caterina in modo che, libero da ogni vincolo matrimoniale, proponesse ad Anna di sposarla, facendola diventare la nuova regina d'Inghilterra. 
Per raggiungere il suo scopo Anna sapeva di dover tenere sulla corda il re, perché avrebbe aumentato il suo desiderio, spingendolo ad accelerare i tempi della separazione e, allo stesso tempo, avrebbe permesso a lei di intervenire a pieno titolo anche nelle questioni politiche del regno.
Anna Bolena, nel frattempo, era riuscita ad ottenere una stanza vicina a quella del re e a farsi assegnare delle dame di corte. Venne trattata esattamente con gli stessi onori di una regina, tanto in privato, quanto in pubblico.
Enrico VIII ossessionato da quello che dice la Bibbia che proibisce ad un uomo di contrarre matrimonio con la vedova del fratello, pena la maledizione di entrambi, e considerato che Katerina
aveva avuto solo una figlia femmina Maria ed avuto diversi aborti, chiese al papa Clemente VII di annullare il matrimonio per poter sposare una donna giovane e fertile affinche gli desse il tanto sospirato erede maschio.
La regina si oppose con veemenza, gridando con forza la propria innocenza e la propria verginità al momento delle nozze con Enrico, poiché il matrimonio col fratello non era stato consumato.
La vicenda dell'annullamento delle nozze di Enrico VIII divenne presto nota, eufemisticamente, come
La Grande Questione.
Il papa diede l'autorizzazione ad istituire in Inghilterra un tribunale ecclesiastico per esaminare attentamente il caso, ma con il divieto ben preciso di emettere verdetto in merito, che spettava solo ed esclusivamente a Roma. 
Il processo iniziò il 31 maggio 1529 e terminò il 23 luglio. Katerina tenne testa ai vari accusatori forte della sua innocenza e chiese che il processo fosse trasferito a Roma, ma gli fu negato.
Nel dicembre dello stesso anno il papa auspicò l'allontanamento da corte di Anna Bolena, ma non fu ascoltato
Nel luglio del 1531 la regina Katerina fu bandita dalla corte ed esiliata per i successivi due anni in diverse residenze di campagna, nel contempo le sue stanze presso la corte reale furono concesse ad Anna.
Con la legge sulla "Sottomissione del clero" si stabiliva che le leggi ecclesiastiche future sarebbero state emesse dal re. Con la Sottomissione del clero, messa in atto il 15 marzo 1532 si riconosceva la supremazia del re inglese su quella della Chiesa e del papa, segnando un significativo allontanamento dell'Inghilterra dalla Chiesa Romana. SCISMA ANGLICANO.
Anna Bolena divenne la donna più potente e più ricca del regno. Anna ed Enrico si sposarono segretamente nel 1532. A dicembre Anna rimase incinta rendendo fiducioso il Re di avere il tanto agognato erede maschio. 
Enrico varò una legge  che avrebbe permesso ai due di sposarsi legalmente secondo la legge della nuova Chiesa inglese.
l 23 maggio 1533 l'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer  concluse il processo (pur non avendone l'autorità, poiché la decisione finale spettava al papa) dichiarando non valido, e quindi nullo, il matrimonio tra Caterina ed Enrico; per contro, cinque giorni dopo – il 28 maggio 1533 – Cranmer dichiarò valide le nozze tra re Enrico ed Anna Bolena.
L'incoronazione di Anna Regina, il 1°giugno 1533 nella Abbazia di Westminster fu contrassegnata dalla ostilità del popolo che aveva amato tanto Caterina d'Aragona, ed ora disprezzava la Bolena al punto da cercare di ucciderla attraverso delle rivolte.
La Bolena era odiata per molti motivi: prima di tutto aveva umiliato pubblicamente l'amata regina Caterina d'Aragona, simbolo d'integrità morale, di umiltà e della fede cristiana. Inoltre, l'aver spinto Enrico a separarsi dalla Chiesa di Roma e dal papa poteva essere solo frutto di un potente e malefico sortilegio; ciò faceva di Anna, agli occhi del popolo, una crudele e spietata Strega.
l popolo, inoltre, usò la sigla della coppia reale, «HA», cioè Henry (Enrico) and Anne (Anna), ripetendola più volte per formare una risata e coprire, così, di ridicolo gli sposi.
La corte presieduta dalla nuova regina consorte Anna Bolena era contraddistinta da lusso e magnificenza. Anna spendeva importanti somme di denaro in abiti, gioielli, copricapi, piume di pavoni, articoli da equitazione, attrezzature, mobili e arredamento, ostentando l'opulenza richiesta dal suo status
Dopo la sua incoronazione Anna si stabilì per gli ultimi mesi di gestazione presso il Palazzo di Greenwich, la residenza preferita del re. Il 7 settembre 1533 Anna diede alla luce una bambina: 
la futura regina Elisabetta I d'Inghilterra.
Aver avuto un'altra figlia femmina deluse molto Enrico, soprattutto in ragione del fatto che tutti, dai medici reali agli astrologi, avevano predetto la nascita di un figlio maschio.
Il rapporto matrimoniale tra il re Enrico e Anna fu tempestoso: i periodi di tranquillità e felicità si alternavano a periodi di tensione e litigi, la spiccata intelligenza e l'acume politico di Anna erano considerati da Enrico molto irritanti.
A seguito della nascita di Elisabetta, nonostante la forte delusione, Enrico ed Anna credevano che avrebbero avuto altri figli, fra cui l'agognato erede maschio, ma la seconda e la terza gravidanza si conclusero con un aborto spontaneo. Il re incominciò, allora, a credere ai pettegolezzi sull'incapacità di Anna di dargli un figlio maschio e discusse con Cranmer e Cromwell sulla possibilità di separarsi da lei senza dover tornare da Caterina.  
L'ultimo aborto di un feto maschio di 20 settimane, causò un irreversibile deterioramento del matrimonio. 
Il Re cominciò a considerare il matrimonio maledetto da Dio e pensare ad divorzio da Anna.
Iniziò a corteggiare la dama di corte Jane Seymour, colei che sarebbe diventata la sua terza moglie. 
Alla Seymour furono assegnati gli appartamenti più prestigiosi. Anna sapeva, oramai, che di lì a poco sarebbe stata ripudiata dal re e che l'avrebbe attesa lo stesso destino di Caterina d'Aragona.
A partire dall'aprile del 1536 Anna fu indagata per alto tradimento Il 2 maggio 1536, verso mezzogiorno, venne arrestata e portata nella Torre di Londra con una barca.
In quegli stessi giorni, con l'accusa di essere stati amanti della regina, furono arrestati:  il fratello di Anna, un musicista di corte d'origine fiamminga, un poeta, cortigiani della Camera privata della Corona .
I presunti amanti della Bolena furono processati a Westminster a partire dal 12 maggio 1536. Confessarono, forse sotto tortura, di essere stati amanti della regina. Il fratello di Anna venne accusato anche d'incesto. Tutti furono condannati alla pena di morte e giustiziati nella torre di Londra.
 Lo stesso giorno dell'esecuzione dei condannati l'arcivescovo Thomas Cranmer dichiarò nullo il matrimonio tra Anna e il re e, di conseguenza, illegittima la loro figlia Elisabetta.
Anna fu processata per adulterio, incesto, stregoneria e alto tradimento per aver tramato, con i suoi supposti amanti, un piano per uccidere il re. Anna negò con veemenza tutte le accuse e si difese con eloquenza, ma inutilmente. Al termine del processo fu giudicata colpevole e condannata a morte; verrà giustiziata quattro giorni più tardi. Oggi è generalmente accettato che nessuna delle accuse mosse contro Anna fosse attendibile.
La mattina di venerdì 19 maggio 1536  poco prima dell'alba, Anna chiamò il suo carceriere, perché assistesse alla messa assieme a lei; in quell'occasione la regina giurò più volte, in sua presenza, sulla salvezza eterna della sua anima, che mai era stata infedele al re.
Il 30 maggio 1536 appena undici giorni dopo l'esecuzione della Bolena, re Enrico VIII sposò Jane Seymour, facendo di lei la sua terza moglie.


Jane Seymour.

La famiglia Seymour poteva vantare antiche e nobili origini; la famiglia aveva radici normanne. 
Jane non aveva avuto un'eccellente istruzione come Ctaerina D'Aragona e Anna Bolena, anche se era in grado di leggere e scrivere, diversamente dalla maggior parte delle donne del suo rango, ed era molto abile nel cucire e nell'occuparsi delle faccende domestiche. Ben presto riuscì a diventare dama di compagnia prima di Caterina d'Aragona e poi di Anna Bolena.
Jane incontrò il re nel 1536, la giovane aveva all'incirca ventotto anni ed il re, ormai quarantacinquenne e sempre più in rotta con Anna Bolena, ne rimase colpito. "donna del massimo fascino, sia nell'aspetto che nel carattere".
Il suo più grande pregio era la pelle candida, all'epoca universalmente ritenuta elemento attraente ed insieme segno di buon carattere. Intelligente e con carattere mite, ma anche altezzosa e orgogliosa.
Accusata di alto tradimento stregoneriaincesto ed adulterio - accuse con ogni probabilità infondate - Anna Bolena fu decapitata, insieme ai suoi presunti complici. 
Esattamente dieci giorni dopo ci fu il fidanzamento segreto del sovrano con Jane con sontuosa magnificenza.
Enrico non era "il più bel principe della cristianità" come fu definito un tempo: aveva ormai quarantacinque anni, un'età, per l'epoca, ormai avanzata, stava diventando calvo, soffriva di piaghe ulcerose alle gambe dovute alla gotta ed al diabete ed iniziava a mostrare una tendenza all'obesità, ma Jane apparve remissiva, modesta e soddisfatta del suo nuovo ruolo di regale consorte.
Amata dai sudditi, dal monarca e dalla figliastra, il destino di Jane appariva dunque invidiabile e il 12 ottobre 1537 dopo un travaglio durato tre giorni, la regina dette alla luce il tanto sospirato erede maschio a cui venne dato il nome di EdoardoLa regina si riprese dal parto abbastanza in fretta da presenziare al battesimo del figlio e scrivere una lettera indirizzata al Consiglio della Corona in cui ringraziava Dio per la nascita di un maschio; tuttavia, nel giro di alcuni giorni, iniziò a manifestare i sintomi di quella a che all'epoca era definita febbre puerperale ovvero setticemia.  
Il giorno 24 ottobre 1537 dopo una breve agonia, Jane Seymour si spense. Aveva circa ventinove anni ed era stata regina per non più di diciotto mesi, sinceramente compianta da tutto il popolo, che l'aveva accolta con favore. 
Dopo la sua morte, Enrico cadde in una grave depressione - che tra l'altro minò irreparabilmente la sua salute e consolidò la sua fama sinistra di sovrano spietato. Quando morì nel 1547 il re si fece seppellire accanto a lei, la moglie che probabilmente amava di più, nel castello di windsor.
l figlio della coppia, Edoardo VI d'Inghilterra - giovane di precoce intelletto ma di salute cagionevole - ebbe un regno breve e turbolento e non governò direttamente, ma fu un semplice burattino nelle mani dell'ambizioso Lord Protettore, Edward Seymur fratello della defunta Jane; morì, appena diciassettenne nel 1553.


Anna di Cleves

Quarta moglie del Sovrano.
Dopo due anni di lutto per la morte prematura della terza moglie, Enrico VIII decise di risposarsi. 
Mandò in giro per l'Europa i suoi ambasciatori in cerca di una moglie che avrebbe scelto secondo il suo ritratto. Fu così che la sua corte cercò pace con la Germania e scelse Anna di Cleves 
di Dusseldorf in Germania.
Anna non conosceva né il francese, né il latino, né l'inglese, non sapeva né cantare né suonare e mancava completamente della raffinata educazione che aveva contraddistinto Caterina D'Aragona ed 
Anna Bolena.  Tuttavia sapeva leggere e scrivere, anche se solo nella propria lingua ed aveva un considerevole talento per il cucito ed il ricamo oltre ad essere appassionata di giochi d'azzardo e di carte
Alta e sottile, di media bellezzadi carattere modestissimo e gentilefermezza di proposito e aspetto dignitoso.
Timida, umile e inesperta per sedurre il corpulento ed irascibile marito, ma assai intelligente e rapida nell'apprendere, Anna partì per l'Inghilterra in un viaggio che, a causa del maltempo, durò circa tre mesi. I numerosi dignitari inviati a scortarla ebbero modo di apprezzarne il carattere mite e gentile e decisa a farsi ben volere dal Re e dalla nuova patria.
l primo incontro con il Re  non fu davvero dei più felici: Enrico, sotto mentite spoglie, entrò nella stanza dove era alloggiata Anna, a Rochester non gli non piacque minimamente.
Anna si convertì alla chiesa Anglicana e le nozze furono celebrate il 6 gennaio 1940 a Greenwich.
Anna continuava a non attrarre il capriccioso sovrano. Egli si lamentava con i propri consiglieri dei seni cascanti ed il ventre flaccido tanto da non riuscire ad avere rapporti con lei. 
Anna confessava alle sue dame di compagnia che la sera prima di dormire Enrico le dava un bacino e forse il matrimonio non venne mai consumato.
Dopo pochi mesi di matrimonio, Enrico aveva già allacciato una relazione con la damigella d'onore Caterina Howard ed era fermamente deciso ad annullare il matrimonio.
Il pretesto ufficiale fu un precedente contratto di fidanzamento stipulato tra Anna ed il duca Francesco primo di Lorena quando i due erano poco più che bambini. A quel punto, le nozze tra il sovrano inglese e la giovane Anna dovevano ritenersi nulle.
Il 24 giugno, Anna fu informata dell'annullamento e, con notevole intelligenza e buonsenso, superato un iniziale momento di panico, acconsentì di buon grado all'annullamento e quindi al divorzio, che fu ufficializzato il 13 luglio.
In seguito all'annullamento, ad Anna fu attribuito il bizzarro titolo di "Amatissima Sorella del Re", con diritto di precedenza su ogni altra dama d'Inghilterra, inoltre la proprietà di Richmond Palace e Hever Castle, un tempo appartenenti ai Bolena, ad una rendita annuale di circa 4.000 sterline, una somma assai rilevante per l'epoca[15].
La permanenza di Anna in Inghilterra fu la condizione per ottenere la generosa rendita ed i titoli nobiliari promessi, soprattutto allo scopo di evitare nuovi scandali diplomatici causati dalle vicissitudini matrimoniali di Enruco VIII ma fu reputata conveniente dalla stessa Anna, che dichiarò ripetutamente che un eventuale ritorno a Clèves sarebbe stato umiliante e avrebbe potuto esporla anche al pericolo di ritorsioni.
È probabile che, una volta superato il timore iniziale per la propria incolumità ( la tragica fine di Caterina d'Aragona prima ed Anna Bolena poi non le era certamente ignota) non fosse poi tanto dispiaciuta della fine del matrimonio con uomo che aveva il doppio dei suoi anni, fisicamente ripugnante, impotente obeso, di salute malferma, tormentato da piaghe infette alle gambe, di carattere collerico ed irritabile.
Dopo il divorzio, il rapporto fra i due rimase curiosamente molto cordiale, Anna non si risposò mai più e trascorse serenamente il resto della sua vita in campagna, godendo di una libertà quasi senza pari per una donna della sua epoca. In qualità di membro onorario della famiglia reale, Anna fece regolarmente visita a corte, dove fu sempre accolta con riguardo e strinse un'intensa amicizia con entrambe le figlie del Re: Maria e Elisabetta.

Catherina Howard.

Cugina di Anna Bolena, aveva 18 anni all'epoca delle nozze con Enrico VIII, molto presto
entrò in servizio della regina Anna di Cleves come dama di compagnia.
Catherine trascorse l'infanzia in una sorta di scuola di apprendistato alla vita adulta per giovani di nobile famiglia: luogo di studio, buone maniere e facili amori. Durante questi anni la giovane Catherine rimase coinvolta in una serie di scandali che una volta divenuta regina avrebbero fatalmente compromesso la sua reputazione.
La quindicenne Catherina ebbe la sua prima relazione erotica con un insegnante di musica, ma che fu presto allontanato dalla scuola.
La successiva relazione senza dubbio più importante fu con un giovane che con molte lusinghe la piegò ai propositi viziosi e giacque nudo nel suo letto e fece con lei quello che fa un uomo con sua moglie. 
Secondo le leggi dell'epoca, era una promessa di matrimonio che se seguita dalla consumazione, conferiva al vincolo la forza di un matrimonio vero e proprio. 
A corte conobbe un giovane ambizioso suo lontano cugino e gentiluomo di camera del re, di cui la ragazza si invaghì.
Fu a questo punto, che entrò in scena Enrico: il sovrano ormai cinquantenne, deluso Da Anna di Cleves iniziò ad interessarsi a lei.
Catherine Howard non era bellissima: di statura minuscola, ma emanava dolcezza e grazia dal volto 
e aveva l'abitudine di vestire secondo la moda francese.
La giovane non aveva ricevuto un’educazione raffinata come Caterina d'Aragona ed Anna Bolena né la rigorosa formazione morale di Jane Seymour ed Anna di Clèves, tuttavia era in grado di leggere e scrive diversamente dalla maggior parte delle donne sue contemporanee nobili e non.
Un mese dopo il divorzio da Anna di Clèves, fu dunque celebrato il quinto matrimonio dell'ormai imponente ed impotente sovrano d'Inghilterra.Tuttavia Enrico VIII era perdutamente innamorato della nuova giovane sposa e la inondava di carezze e doni.
La nuova regina, appena uscita dall'adolescenza e priva di cultura e formazione per il delicato ruolo che era chiamata a svolgere, mostrò immediatamente scarsa diplomazia ed accortezza: si pose subito in forte attrito con l'arcivescovo, poi nominò segretario personale colui che un tempo giacque nel suo letto, scelta anche questa abbastanza avventata. Catherina si lamentava di non essere trattata con lo stesso rispetto e la stessa benevolenza dimostrata a Jane Seymour e ad Anna di Cleves
Non andava d'accordo con Maria la prima figlia del re, invece intratteneva rapporti molto cordiali con la precedente regina Anna di Cleves del cui seguito aveva brevemente fatto parte, tanto che nel Natale del 1540 le due giovani trascorsero quasi tutte le serate danzando insieme, mentre il re, tormentato dai dolori alle gambe, si ritirava a dormire presto. 
Attorno ai primi mesi del 1541, Catherine riprese la sua relazione con il suo lontano cugino Cupelper nella speranza di restare incinta e dare al re un erede maschio sano e robusto benché, ovviamente, illegittimo. 
Un'ex domestica fece pervenire numerose lettere anonime nelle quali dipingeva la regina come una donna immorale  e l'accusava di aver avuto diversi amanti prima delle nozze con il re e che tale circostanza era stata di pubblico dominio. Alcune cameriere del dormitorio della vecchia scuola di apprendistato in cui Catherine aveva alloggiato, confermarono le relazioni avute dalla giovane.
Addirittura la famiglia al completo si dissociò da Catherina.
La reazione di Enrico VIII fu tremenda: numerosi esponenti della famiglia Howard  furono arrestati con l'accusa di alto tradimento e rinchiusi nella Torre anche se, nel giro di un anno, vennero liberati con il perdono reale.
Gli amanti furono arrestati, torturati e giustiziati, le loro teste rimasero a lungo esposte sul ponte di Londra.
La stessa regina venne arrestata, fu privata del titolo di regina e i suoi beni furono confiscati e fu rinchiusa nella abbazia di Syon.
Durante la prigionia ed in seguito alle ammissioni degli amanti l'Arcivesco le suggerì di confessare la relazione con il precedente fidanzato e la consumazione, il che avrebbe comportato automaticamente la nullità del matrimonio con il sovrano e le avrebbe garantito di avere salva la vita.
Ma la sfortunata ragazza, in parte per semplice ignoranza ed in parte perché ormai in preda al panico, rifiutò di confessare e affermo di essere stata violentata. 
Nella speranza di essere graziata Catherine scrisse una sgrammaticata supplica al re, implorando pietà per la sua giovane età, la sua ignoranza, la sua debolezza. 
Accusata di aver condotto una vita "abominevole, meschina e viziosa" prima e durante il matrimonio, fu deportata alla torre di Londra ed ivi decapitata all'alba del 13 febbraio 1542. 


Caterina Parr.
Sesta ed ultima moglie di Enrico VIII.

Nel 1529, a soli 17 anni, Caterina sposò Lord Borough, e si trasferì presso la sua famiglia nel Lincolnshire. Il matrimonio durò solo tre anni, poiché il marito morì prematuramente.
L'anno successivo Caterina sposò il barone Latymer, che aveva circa vent'anni più di lei, ma che
morì nel 1542, lasciando Caterina vedova per la seconda volta, ma con una ricca eredità. 
Nel frattempo Caterina, nei suoi soggiorni a Londra, aveva cominciato a frequentare la corte,  Enrico VIII iniziò ad interessarsi di lei e Caterina fu obbligata ad accettare la sua proposta di matrimonio.
Caterina sposò Enrico VIII il 12 luglio 1543 nel palazzo di Hampton  Una volta regina, ella si adoperò per favorire la riconciliazione di Enrico con le due figlie Maria ed Elisabetta, che aveva avuto dai due primi matrimoni, e che sarebbero in seguito divenute regine. Fu anche in buoni rapporti con il principe Edoardo, il figliastro erede al trono, con cui intrecciò un'affettuosa corrispondenza in llatino lingua che Caterina aveva appreso da autodidatta. Per tre mesi, dal luglio al settembre1544 Caterina svolse le funzioni di reggente mentre Enrico si trovava in Francia per la sua ultima spedizione militare.
Caterina ottenne il controllo effettivo del governo; provvide al finanziamento e al rifornimento delle truppe inglesi in Francia, firmò cinque proclami reali e mantenne costanti contatti con il suo luogotenente nelle regioni settentrionali. Il suo comportamento in qualità di reggente, con la forza di carattere e la dignità che mostrò, influenzarono Elisabetta (la futura regina Elisabetta I).
Caterina amava la danza, la musica e la pittura, e gli abiti eleganti, ma aveva anche ambizioni intellettuali notevoli, e cercò di migliorare la propria istruzione studiando il latino e il greco; iniziarono anche a prevalere interessi per la nuova fede anglicana.
L'atteggiamento favorevole verso la riforma che Caterina mostrava la rese sospetta agli occhi di alcuni esponenti cattolici che tentarono di metterla in cattiva luce presso il re. Questi si era deciso ad autorizzarne l'arresto, ma Caterina, avvertita della manovra in corso contro di lei, riuscì a riconciliarsi con il re sostenendo che aveva discusso di religione con lui soltanto per distrarlo dalle sofferenze causategli dall'ulcera che aveva colpito la sua gamba, e sottomettendosi alla sua volontà.
Dopo la morte di Enrico, avvenuta il 28 gennaio 1547, Caterina poté finalmente sposarsi con l'uomo che amava, Thomas Seymour. Il matrimonio fu celebrato in segreto, probabilmente nel maggio del 1547, perché appariva sconveniente che Caterina si risposasse a così breve distanza di tempo dalla morte del sovrano.
Ma la felicità di Caterina non durò: Thomas fu accusato di essersi preso delle liberalità con la principessa Elisabetta, che viveva allora nella loro casa, e di aver progettato di sposarla. Fu arrestato e  giustiziato nel marzo del 1549. Caterina rimase incinta all'età di circa 35 anni. Morì di febbre puerperale il 5 settembre 1548 nel castello di Sudeley, dove fu sepolta, dopo aver dato alla luce la sua unica figlia Mary, che fu affidata alle cure di Catherine Willoughby, duchessa di Suffolk e amica di Caterina. 
Nel gennaio 1550 il parlamento restituì a Mary le sue proprietà alleviando i costi del suo mantenimento che gravavano sulla duchessa. Dopo l'agosto del 1550 non vi sono più notizie su di lei, ma è molto probabile che sia morta in tenera età verso i 3-4 anni.
È diffusa l'idea che Caterina facesse più da infermiera che da moglie per Enrico VIII, ormai vecchio grasso ed impotente, torturato dalle ulcere alle gambe per la gotta.
Le qualità che Caterina dimostrò, come il buon senso, la rettitudine morale, l'appassionato impegno religioso, il forte senso di lealtà e devozione, le hanno guadagnato molti estimatori tra gli storici. 

                                                     
                                                          Edoardo VI




Fu Re d'Inghilterra dal 1547 fino alla sua morte. Era il secondo figlio maschio di re Enrico VIII che lo ebbe della sua terza moglie, la regina Jane Seymour
Fu molto atteso dal padre perché garantiva la successione maschile al trono inglese e la continuità della dinastia Tudor.
Era talmente prezioso per il re che questi, per proteggerlo da possibili infezioni e malattie, ordinava che la sua stanza fosse pulita tre volte al giorno con acqua e sapone e che ogni cortigiano che volesse vederlo dovesse lavarsi ripetutamente le mani prima e dopo averlo toccato. 
Inoltre viveva lontano dalla corte, a Windsor, visto che sarebbe stato pericoloso tenerlo aLondra, dove periodicamente infuriavano epidemie di peste e vaiolo. Questo anche perché il bambino aveva una salute cagionevole e un corpo gracile.
Dopo la morte di Enrico VIII fu incoronato re d'Inghilterra e Irlanda il 20 febbraio 1547, all'età di neanche 10 anni. Nel 1544 Enrico VIII, con l'Act of Succession, aveva indicato la linea di successione designando al trono, dopo Edoardo, la cattolica Maria, e dopo di lei la sorellastraElisabetta I d'Inghilterra. I
Il giovane re era di bell'aspetto e di intelligenza non comune, ma assai debole e malaticcio: anche per questo non esercitò mai un reale influsso nelle lotte economico politiche del tempo, che spinsero il Paese sull'orlo della bancarotta. Sotto il suo regno comunque venne riformata in senso protestante la Chiesa d'Inghilterra anche sotto l'influenza dello zio Edward Seymour, fratello di sua madre e vero reggente per conto del giovane Re.
Seymour duca di Sommerset era al culmine del potere, ma ccommise l'errore di abusare di questo potere accumulando enormi ricchezze.  Per tale motivo fu prima privato della carica di reggente e poi processato e condannato per tradimento, e giustiziato il 20 marzo 1549
Il suo posto fu preso da John Dudley, I duca di Northumberland, il quale divenne, nell'ultimo periodo di regno di Edoardo VI, il vero governante d'Inghilterra. Fu lui infatti a convincere il giovane re a designare come successore la sua coetanea e compagna d'infanzia lady Jane Grey, pronipote di Enrico VIII che era stata educata alla corte dell'ultima moglie di suo padre, Caterina Parr, insieme ad Elisabetta. 
IIl suo posto fu preso da John Dudley, I duca di Northumberland, il quale divenne, nell'ultimo periodo di regno di Edoardo VI, il vero governante d'Inghilterra. Fu lui infatti a convincere il giovane re a designare come successore, per non ridare l'Inghilterra in mano ai papisti, la sua coetanea e compagna d'infanzia lady Jane Grey, pronipote di Enrico VIII che era stata educata alla corte dell'ultima moglie di suo padre, Caterina Parr, come Elisabetta. Il testamento fatto sottoscrivere ad Edoardo era illegittimo perché violava una legge votata dal Parlamento, qual era l'Atto di Successione.
Improvvisamente, però, nell'inverno del 1552 il giovane sovrano si ammalò, forse di tubercolosi, e morì il 6 luglio 1553 a Greenwich, a 16 anni. Si disse anche che era stato avvelenato, forse proprio da John Dudley, che aspirava a mantenere la carica di reggente e a eliminare poi le sorellastre Maria ed Elisabetta. Alla notizia della sua morte Maria venne a Londra a prendere possesso del trono che era stato usurpato da Lady Jane Grey.
Jane e i componenti del Consiglio reale che ne avevano supportato la successione furono accusati di tradimento e giustiziati nel febbraio del 1554.


                                                          Maria Tudor (Mary)


Maria I Tudor. Greenwich18 febbraio 1516 – Londra17 novembre 1558 
Fu regina d'Inghilterra e d'Irlanda dal 19 luglio 1553 fino alla morte. 
Figlia di enrico VIII e di Caterina d'Aragona penultima monarca della dinastia Tudor è ricordata soprattutto per il tentativo di restaurare il cattolicesimo in Inghilterra  dopo la Riforma 
Avendo fatto giustiziare almeno trecento oppositori religiosi e Thomas Crammer è nota anche con gli appellativi di Maria la Cattolica e Maria la Sanguinaria (Bloody Mary)
Trascorse un'infanzia felice, circondata dall'affetto dei genitori e dalle attenzioni della corte. 
Piccola, bionda, pallida, la sua sorte subì una brusca svolta con l'ingresso di Anna Bolena nella vita di Enrico VIII: il desiderio del re di divorziare dalla moglie portò ad un progressivo disinteresse nei confronti di quest'ultima e della stessa Maria che culminò nell'astio dovuto al rifiuto della ragazza di riconoscere la nuova regina. 
Maria, che era ormai una giovane donna, fu allontanata dalla madre Caterina d'Aragona e non la rivide mai più. E, dopo la nascita di Elisabetta fu dichiarata illegittima e le fu imposto di far parte del seguito dei servitori della nuova infante reale.
Le umiliazioni per Maria non ebbero mai fine: il padre non volle mai vederla, ed ordinava che fosse chiusa nelle sue stanze quando si recava ad Hatfield a far visita ad Elisabetta. Maria conobbe un breve periodo di pace con l'esecuzione di Anna Bolena e l'ascesa al trono di jane seymour la quale fu benevola nei suoi confronti, come pure la quarta consorte di Enrico VIII Anna di Cleves. 
Le terribili esperienze della prima adolescenza lasciarono un segno indelebile nella personalità della futura regina, segnata soprattutto dall'odio per Anna Bolena e il rapporto conflittuale con la sorellastra Elisabetta, responsabili del suo abbandono da parte del padre, della sua separazione dalla madre e delle sue precarie condizioni di vita.
Alla morte del fratellastro Edoardo VI d'Inghilterra salì al trono Lady Jane Grey, che fu regina d'Inghilterra per soli 9 giorni: infatti, grazie al testamento di Edoardo, fragile ragazzo manipolato dagli uomini di potere della sua corte, il sovrano fu convinto ad apportare delle modifiche alla legge di successione del padre Enrico VIII, e ne promulgò una nuova che escludeva Maria dalla stessa per evitare la ricaduta del regno in mano ai papisti.
Maria, appoggiata dal popolo che la considerava la legittima erede al trono, rivendicò i suoi diritti alla successione venendo acclamata ed incoronata regina d'Inghilterra il 19 luglio 1553, a 37 anni
L'insediamento della nuova regina determinò dei mutamenti nella prassi e nelle consuetudini, come l'accesso alle stanze reali consentito solo alle donne, alcune delle quali avevano un enorme ascendente su di lei. Maria per le questioni più rilevanti, come anche in passato, faceva affidamento sui consigli del cugino, l'Imperatore Carlo V.
Il suo primo obiettivo era la restaurazione della religione cattolica. A tal fine il papa Giulio III inviò, nel novembre del 1554, il cardinale Reginald Pole per procedere alla restaurazione del cattolicesimo. 
Pole fu nominato pertanto come arcivescovo di Canterbury ed iniziò il controriformistico che avrebbe trovato piena legittimazione dal Concilio di Trento
La Regina, però, sapeva bene di quanto fosse fragile la sua politica di restaurazione. Infatti necessitava di un erede per continuare la sua battaglia e quindi cercò disperatamente un marito. 
Distrutta l'opposizione protestante, ottenuta la dispensa papale (i due sposi erano cugini) Maria poté procedere con il matrimonio con Filippo II re di Spagna e figlio dell'imperatore Carlo V il cattolico, Il 25 luglio 1554, a Winchester. 
I rapporti tra i due sposi, che si esprimevano in latino, iniziarono ad essere difficili.  
Maria amava sinceramente Filippo, questi invece la trattava sempre freddamente cercando soltanto di consumare il matrimonio per ottenere un erede da porre poi sul trono inglese. 
Filippo si assentava spesso dall'Inghilterra e la lasciava governare tranquillamente, perché Filippo, secondo i patti prematrimoniali, aveva sì il titolo di re d'Inghilterra, ma privo di qualsiasi potere politico.
L'alleanza con la Spagna accelerarono la restaurazione cattolica di Maria. Ne seguì in primo luogo una repressione che le valse il nome di Maria “la sanguinaria-Bloody Mary" 
La prima a morire fu la nipote Lady Jane Grey . Maria sospettò anche della sorellastra Elisabetta, facendola rinchiudere nella Torre di Londra; Elisabetta fu poi liberata in quanto non si trovarono prove a suo danno. A partire dal mese di febbraio, iniziò la caccia agli eretici e furono giustiziati 274 protestanti.
Mentre il Regno d'Inghilterra sprofondava nella caccia agli eretici, Maria si affidò completamente alla Filippo II aveva ereditato dal padre la guerra contro la Francia di Francesco I ed aveva la necessità di un alleato che potesse impegnare i francesi sul fronte settentrionale. Benché Maria intendesse seguire le imprese belliche del marito, la sua volontà trovò inizialmente una forte resistenza all'interno del consiglio
L'influenza spagnola vinse sulle resistenze interne: nel giugno del 1557 fu inviata la dichiarazione di guerra ai francesi, i quali in tutta risposta attaccarono l'ultimo possedimento inglese sul continente: Calais ponendo fine alla presenza inglese sul continente.
L'alleanza con la Spagna portò alla rottura con il papa Paolo IV alleato con la Francia. 
Il Pontefice aveva anche accusato Reginald Pole di essere troppo mite nel perseverare la ricostruzione della Chiesa Cattolica in Inghilterra, criticando indirettamente la figura della regina Maria.
L'ultima illusione per la regina venne con l'avvicinarsi della morte, che le si manifestò con un ingrossamento del ventre e la scomparsa delle mestruazioni, credeva di essere finalmente incinta del sospirato erede. Quando i mesi trascorsero e del nascituro non ci fu traccia, tutti compresero che si trattava di un tumore Il partito cattolico al potere sapeva benissimo che, con la morte senza figli della regina, il trono sarebbe passato alla sorellastra Elisabetta, di fede protestante, e che tutta la politica di restaurazione del cattolicesimo operata da Maria sarebbe stata abbandonata.
Spinsero la Regina a firmare l'atto con cui si condannava a morte la sorella, ma Maria non osò giungere a tanto. Morì il 17 novembre 1558; fu fatta tumulare nella cappella dell'Abbazia di Westminster.
Nella stessa cripta dove verrà inumata la sorellastra Elisabetta I.


                                                            Lady Jane Grey


Londra 1537 – Londra12 febbraio 1554
Fu regina d'Inghilterra e d'Irlanda per soli nove giorni, dal 10 al 19 luglio 1553.
In quanto figlia di Frances Brandon, a sua volta figlia della principessa Maria Tudor, e di Henry Grey.
Pronipote di Enrico VIII e quarta nella linea di successione al trono inglese.
Fin dalla sua infanzia, Jane fu preda delle ambizioni dei genitori, che avrebbero voluto vederla sul trono d'Inghilterra per ottenere più potere. Nel 1546 fu mandata a corte come dama di compagnia di Caterina Parr, sesta moglie del re. L'anno dopo, con la morte di Enrico VIII, l'ascesa al trono di Edoardo VI d'Inghilterra e il nuovo matrimonio di Caterina Parr con il Lord Ammiraglio Thomas Seymour, fratello della terza moglie di Enrico, Jane si trasferì a Whitehall dove, sotto la tutela della Regina madre, si dedica allo studio, assieme alle cugine Maria ed Elisabetta.
Nel 1548, Jane, a soli dodici anni, fu vittima della sete di potere di Thomas Seymour. 
Costui, fratello del consigliere del re bambino Edoardo Seymour si fece dare l'affidamento di Jane da Henry Grey, per mettere in atto un suo progetto: meditava di far sposare Edoardo e Jane, scalzare il fratello dalla carica di consigliere e approfittare della giovane età del re e della sua possibile consorte per governare al posto loro. Ma il piano fallì e l'anno dopo, Thomas Seymour tentò di rovesciare Edoardo dal trono, ma fu subito fermato e condannato a morte per tradimento. 
Il testamento di Enrico VIII prevedeva che se il figlio Edoardo VI fosse morto senza figli, e così anche le sorelle di questi, Elisabetta e Maria, il trono d'Inghilterra dovesse passare a discendenti inglesi, non stranieri.
Nel 1553, i genitori di Jane Maria Tudor e Henry Gray, decisero, spinti da John Dudley, di far sposare la figlia con Guilford Dudley, figlio di John Dudley, nuovo consigliere di Edoardo VI. 
Il matrimonio  aveva il preciso obiettivo di garantire ad entrambe le famiglie maggior potere. 
John Dudley cercava in tutti i modi di convincere il giovane re a designare come erede la cugina Jane scavalcando il testamento di suo padre, che designava Maria come erede di Edoardo, nel caso questi fosse morto senza figli. 
Il 25 maggio 1553 Jane Grey e Guilford Dudley si sposarono; ma il loro fu un matrimonio male assortito, a causa dei loro caratteri differenti. Il matrimonio venne consumato un mese dopo; successivamente, il rapporto tra Jane e Guilford si ammorbidì e i due cominciarono ad affezionarsi un po' l'uno all'altra, anche se continuarono a dormire in camere separate.
Nello stesso anno morì Edoardo VI, dopo aver designato come sua erede la cugina Jane. 
Quando i genitori, il suocero e il marito comunicarono a Jane la notizia, la giovane si rifiutò di diventare regina, affermando che la legittima erede di Edoardo era Maria; ma John Dudley, facendo leva sui sentimenti religiosi di Jane, la convinse ad accettare il trono per mantenere la fede anglicana in Inghilterra che, con Maria, sarebbe stata rimpiazzata dalla fede cattolica. Allora Jane accettò la corona, ma fu regina per soli nove giorni. Infatti Maria, che godeva del consenso popolare, fu dichiarata legittima sovrana d'Inghilterra, depose Jane e la tenne prigioniera, assieme al marito, nellaTorre di Londra, mentre John Dudley venne decapitato.
Dopo otto mesi di prigionia, Maria fece condannare a morte Jane e Guilford, per evitare una sommossa protestante. L'esecuzione avvenne nel febbraio 1554, Prima fu decapitato Guilford, poi Jane. 
Quando Jane salì sul patibolo chiese perdono per aver offeso Maria, pur proclamandosi innocente. Quando le misero la benda su gli occhi, Jane non riuscì a trovare il ceppo sul quale appoggiare la testa, suscitando la compassione dei presenti, tanto che John Feckenham, con il quale Jane durante la sua prigionia aveva avuto una bellissima conversazione sulla fede riformata, la aiutò ad appoggiare la testa sul ceppo. Così Lady Jane Grey fu decapitata. 
Maria I si sposò con Filippo di Spagna ma morì senza figli dopo pochi anni di regno.

                                                        CANZONE PER LADY JANE



                    ELISABETTA I D'INGHILTERRA


Elisabetta I Tudor (Greenwich7 settembre 1533 – Londra24 marzo 1603) fu regina d'Inghilterra e d'Irlanda dal 17 novembre 1558 fino alla sua morte.
Figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena e talvolta viene chiamata la Regina Vergine. 
Elisabetta fu la quinta ed ultima monarca della dinastia Tudor, succedette alla sorellastra Maria I d'Inghilterra, la quale era morta senza eredi. Il suo regno fu lungo e segnato da molti avvenimenti importanti. La sua politica di pieno sostegno alla Chiesa d'Inghilterra, dopo i tentativi di restaurazione cattolica da parte di Maria Tudor, provocò forti tensioni religiose nel regno e vi furono parecchi tentativi di congiure contro di lei, in cui fu coinvolta anche la cugina Maria Stuarda che ella fece giustiziare.
Coinvolta a più riprese nei conflitti religiosi della sua epoca, uscì vittoriosa dalla guerra contro la Spagna; sempre durante il suo regno furono poste le basi della futura potenza commerciale e marittima della nazione ed iniziò la colonizzazione dell'America settentrionale. 
La sua epoca, denominata età elisabettiana, fu anche un periodo di straordinaria fioritura artistica e culturale: William ShakespeareChristopher MarloweBen JonsonEdmund SpenserFrancis Bacon sono solo alcuni degli scrittori e pensatori che vissero durante il suo regno.

Elisabetta fu l'unica figlia sopravvissuta di Enrico VIII e della sua seconda moglie, Anna Bolena
Nacque il 7 settembre 1533 e venne battezzata tre giorni dopo con il nome di Elisabetta.
Enrico avrebbe desiderato un maschio per assicurare la successione, ma dato che Maria Tudor era stata dichiarata illegittima con l'annullamento del matrimonio con Caterina d'Aragona, Elisabetta era l'erede presunta. 
Dopo la nascita di Elisabetta, Anna Bolena rimase incinta almeno altre tre volte, ma tutte le gravidanze si conclusero con aborti spontanei o bambini nati morti. Dopo l'ultimo aborto Anna Bolena cadde definitivamente in disgrazia; accusata di stregoneria  alto tradimento incesto con il proprio fratello e numerosi altri cortigiani, il 2 maggio venne rinchiusa nella torre di Londra ed il 19 maggio fu decapitata; il giorno successivo Enrico si fidanzò con Jane Seymour che era stata dama di compagnia di Anna Bolena e di Caterina d'Aragona.
Elisabetta, che allora aveva tre anni, fu dichiarata illegittima, perse il titolo di principessa e fu cresciuta in esilio nel palazzo di Hatfield con la sorellastra Maria.
Jane Seymour terza moglie di Enrico, cercò di riavvicinare le figlie al Re, Elisabetta e Maria che non erano viste di buon occhio perché illegittime. Diede poi alla luce un figlio maschio, Edoardo, ma morì pochi giorni dopo di febbre puerperale
In seguito alle poco fortunate nozze del re conAnna di ClèvesElisabetta fu ammessa a corte ed allacciò con la matrigna un'amicizia che durò fino alla morte di questa nel luglio 1557
In seguito, la sesta moglie di Enrico, Caterina Parr, riconciliò il re con la figlia che, assieme alla sorellastra Maria, fu reinserita nella linea di successione dopo il principe Edoardo.
Grazie a Caterina Parr, Elisabetta riceve un'educazione in un ambiente rigidamente protestante, studiando latino, greco, francese, italiano. Elisabetta era eccezionalmente intelligente ed oltre ad essere molto colta aveva una memoria prodigiosa.
Nel 1553 Edoardo sedicenne, morì  lasciando un testamento che annullava le volontà del genitore Enrico e dichiarava sua erede Lady Jane Grey
Lady Jane ascese al trono, ma fu deposta meno di due settimane dopo e giustiziata.
Resa forte dal sostegno popolare, Maria entrò trionfalmente a Londra con la sorellastra al fianco. 
Quando Maria  sposò Filippo di Spagna il cattolico, un matrimonio molto sgradito ai suoi sudditi protestanti, fece imprigionare Elisabetta nella Torre di Londra temendo che le usurpasse il trono.
Tuttavia tutti i tentativi di rimuoverla dalla successione fallirono a causa dell'opposizione del Parlamento.
Inoltre Maria non ebbe mai il coraggio di firmare  il documento dell'esecuzione. 
Quando si diffuse la falsa voce che Maria era in attesa di un figlio, Elisabetta poté tornare a corte con l'assenso di Filippo, che preferiva che la corona inglese passasse a lei piuttosto che a Maria Stuarda, regina di Scozia. 
Per tutta la durata del suo regno Maria continuò a perseguitare i protestanti, guadagnandosi il soprannome di "Maria la Sanguinaria".
Il 17 novembre 1558, alla morte di Maria, Elisabetta ascese al trono e fu incoronata il 15 gennaio 1559.
da un vescovo di figura poco importante poiché i vescovi più anziani rifiutarono di partecipare alla cerimonia perché illegittima e perché protestante. L'incoronazione di Elisabetta fu l'ultima ad avvenire con il rituale latino: le successive incoronazioni si svolgeranno secondo il rito di lingua inglese. 
Una delle più importanti preoccupazioni dei primi anni di regno di Elisabetta fu la religione. 
Rese obbligatorio "Book of Common Prayer", ovvero una sintesi fra tradizione cattolica e innovazioni protestanti pensata per garantire da una parte l'uniformità religiosa e dall'altra un'ampia tolleranza di fedi. La regina assunse il titolo di "Supremo Governatore della Chiesa d'Inghilterra".

I più importanti consiglieri di Elisabetta furono William Cecil, Segretario di Stato, e Nicholas Bacon, il Lord Guardasigilli. Elisabetta ridusse anche l'influenza spagnola sull'Inghilterra e respinse la proposta di matrimonio del cognato, vedovo Filippo. L'imposizione dei costumi inglesi e le politiche religiose della regina furono ampiamente impopolari tra gli irlandesi.
La regina trovò una pericolosa rivale nella cugina, la cattolica Maria Stuarda (nipote di Margherita sorella maggiore di Enrico VIII) regina di Scozia e moglie del re di Francia Francesco II, la quale aveva un carattere impulsivo in antitesi con la prudenza tipica della cugina Elisabetta. 
Nel 1559 Maria si era proclamata regina d'Inghilterra avvalendosi della controversa legittimità di Elisabetta che era illegittima per le norme cattoliche, con il supporto dei francesi. 
Dopo la morte del marito Francesco II Maria Stuarda lasciò la Francia e fece ritornò in Scozia. 
L'astuta Elisabetta fece pace con la Francia nel1564, rinunciando all'ultimo possedimento inglese in territorio francese: Calais. Ma non abbandonò la rivendicazione al trono di Francia che i monarchi inglesi mantenevano fin dal regno di Edoardo III, durante la Guerra dei Cent'Anni, e che fu abbandonata solo da Giorgio III, nel 1802 col Trattato di Amiens.
Alla fine del 1562 Elisabetta aveva contratto il vaiolo, ma ne era guarita, anche se la malattia le lasciò il volto deturpato. Nel 1563, allarmato per la malattia quasi fatale della regina, il Parlamento chiese che si sposasse o che nominasse un erede per evitare una guerra civile alla sua morte. Ella rifiutò di fare entrambe le cose ed il Parlamento non fu più riunito fino a quando Elisabetta non ebbe bisogno della sua approvazione per alzare le tasse nel 1566
Maria Stuarda accusata di aver ucciso il marito, fu costretta ad abdicare in favore del figlio ancor bambino e imprigionata.
Riuscì a scappare e fuggì in Inghilterra, dove fu catturata da forze inglesi.  
Elisabetta  ordinò che Maria fosse imprigionata e tenuta confinata nel castello di Sheffield, in custodia di George Talbot, conte di Shrewsbury, per ben diciotto anni
Nel 1569 Elisabetta fronteggiò una grande ribellione conosciuta come la Ribellione settentrionale, istigata dal Papa Pio V che scomunicò la regina e dichiarandola deposta. 
Elisabetta domò la ribellione ed iniziò a perseguitare i suoi nemici religiosi, provocando così per reazione varie cospirazioni cattoliche volte a rimuoverla dal trono.
Elisabetta trovò un nuovo nemico nel cognato, Filippo II di Spagna. Dopo che Filippo aveva lanciato un attacco a sorpresa contro il corsaro inglese Francis Drake nel 1568, Elisabetta ordinò di attaccare le navi spagnole nel 1569. Filippo, già impegnato nella ribellione delle province olandesi, si rese conto di non poter sostenere lo sforzo di una guerra contro l'Inghilterra. 
Una cospirazione ideata dal duca di Norfolk fu scoperta e sventata, il duca di Norfolk fu giustiziato. 
La Spagna cessò di essere una potenza amica.
In Francia avvenne il "massacro di San Bartolomeo" dove furono uccisi molti protestanti, questo incrinò i rapporti con Elisabetta ma non l'alleanza.  
l'Inghilterra cominciò a parteggiare apertamente per le Province Unite d'Olanda, che si erano ribellate alla dominazione spagnola. Questo, assieme al conflitto economico con la Spagna e la pirateria inglese contro le colonie spagnole condusse allo scoppio della guerra anglo-spagnola nel 1585
Temendo tali cospirazioni, il Parlamento aveva approvato l'Atto di Associazione 1584, in base al quale chiunque fosse stato coinvolto in un complotto per uccidere il sovrano sarebbe stato escluso dalla linea di successione. UN nuovo complotto fu sventato, Maria Stuarda fu accusata di complicità nel complotto e giustiziata l'8 febbraio 1587.
Nel 1588 l'Invincibile Armata, una grande flotta di 130 navi e 30.000 uomini salpò per attraversare la Manica ed invadere l'Inghilterra. Elisabetta, nel grande pericolo del momento, tenne un famoso discorso alle truppe inglesi radunate a Tilbury. La flotta spagnola fu sconfitta da quella inglese, l'Armata fu costretta a ritornare in Spagna e la vittoria aumentò molto la popolarità di Elisabetta.
Contemporaneamente alla guerra in corso con la Spagna, Elisabetta dovette far fronte a una ribellione
in Irlanda, conosciuta come la Guerra dei nove anni. Il  secondo conte di Tyrone, si era proclamato Re. Cercando di evitare un'altra guerra, Elisabetta fece una tregua con Tyrone, ma al suo scadere inflisse agli inglesi la peggior sconfitta dell'intera ribellione nella battaglia di Yellow Ford.
Uno dei più importanti capi della marina, Robert Devereux, secondo conte di Essex, fu nominato Lord Luogotenente d'Irlanda con il compito di domare la ribellione nel 1599. Devereux fallì miseramente nel tentativo e, ritornato senza il permesso della regina nel 1600, fu punito con la perdita di tutti i suoi incarichi. L'anno successivo, infine, guidò una rivolta contro la regina, ma fu giustiziato.
Al suo posto in Irlanda fu mandato il barone Montjoy: egli affrontò gli irlandesi ed il contingente spagnolo di circa tremila uomini inviato in loro aiuto dalla Spagna e li sconfisse nella battaglia di Kinsale, obbligando Tyrone ad arrendersi pochi giorni dopo la morte di Elisabetta.
Elisabetta amava le imprudenze e soprattutto fare ciò che i medici le vietavano. Ma nel 1603 cadde in un profondo stato depressivoNon sopportava più i discorsi di governo, sentiva la morte vicina e si lasciava andare. Morì il 23 marzo nel pronunciando la famosa frase "Chiamatemi un prete: ho intenzione di morire". Prossima ai settant'anni, un'età che nel XVII secolo quasi nessuno arrivava a raggiungere, era la più anziana sovrana sino ad allora vissuta.
Elisabetta fu seppellita nell'abbazia di Westminster, di fianco alla sorella Maria I. L'iscrizione sulla loro tomba recita: "Compagne nel trono e nella tomba, qui noi due sorelle, Elisabetta e Maria, riposiamo, nella speranza di un'unica resurrezione".
Elisabetta è una dei sovrani più popolari dell'intera storia inglese.  Nel complesso, ella si dimostrò una regina capace: aiutò a stabilizzare la situazione economica del paese dopo aver ereditato da sua sorella Maria un enorme debito pubblico. Sotto di lei l'Inghilterra riuscì a respingere una pericolosa invasione da parte della Spagna e ad evitare lo scoppio di guerre civili o religiose. 
ELISABETH THE GOLDEN AGE
Negli anni successivi fu spesso descritta come grande sostenitrice del protestantesimo in Europa, mentre, in realtà, i suoi interventi a favore degli alleati protestanti furono spesso decisi dopo molte esitazioni. Molti artisti glorificarono Elisabetta e nascosero la sua età avanzata nei ritratti che le fecero, in cui è spesso dipinta in abiti sfarzosi e alla moda. 
Poco dopo la sua ascesa al trono, molti si chiedevano chi Elisabetta avrebbe sposato e i motivi per cui non si sposò restano oscuri anche se molte ipotesi in proposito sono state avanzate. Forse ebbe il timore di subire la stessa sorte della madre Anna Bolena (giustiziata dopo un processo farsa perché Enrico VIII si era stancato di lei e temeva che non avrebbe potuto dargli più figli) e della matrigna Catherine Howard, cugina della madre (decapitata appena ventenne con l'accusa di adulterio). Rimanendo nubile, inoltre, Elisabetta avrebbe evitato i rischi legati al parto, che certo non le erano ignoti: due delle sue matrigne, Jane Seymour e Catherine Parr morirono di quella che all'epoca era chiamata febbre puerperale.


                                                Maria Stuarda (Mary Start)



Mary Stuart, italianizzata in Maria Stuarda 8 dicembre 1542  8 febbraio 1587.
Fu regina di Scozia dal 14 dicembre 1542 al 24 luglio 1567, regina consorte di Francia dal 10 luglio 1559 al 5 dicembre 1560 e regina d'Inghilterra per i legittimisti inglesi dell'epoca che non riconoscevano Elisabetta I come legittima erede di Enrico VIII.
Regina a pochi giorni di vita, consacrata per diritto divino a soli nove mesi: quella di Maria Stuarda fu una vita che iniziò e finì tragicamente. Scappata dalle guerre anglo-scozzesi, fu cresciuta nell'ambiente colto e raffinato della corte francese di Caterina de' Medici[1] ed ebbe un'ottima educazione in ambito culturale, ma non altrettanto approfondita in ambito politico, dal momento che come regina consorte di Francia non avrebbe dovuto avere potere effettivo.
Alla morte del primo marito, il re di Francia Francesco II, Maria Stuarda tornò in Scozia, dove l'attendeva lo scontro con la nuova religione calvinista, istituita durante la sua assenza. Fu una sovrana molto tollerante e questo non fece altro che aumentare il potere dei Lord protestanti, che riuscirono a rivoltarle contro il paese, approfittando della sua turbolenta vita privata. Scappata in Inghilterra, pensava di poter essere aiutata dalla regina protestante Elisabetta I d'Inghilterra, sua cugina, che invece la imprigionò per quasi vent'anni.
In questi due decenni la regina di Scozia divenne il fulcro e l'anima del cattolicesimo inglese e molti complotti furono organizzati in suo nome per assassinare Elisabetta e innalzare Maria al trono. 
La regina di Scozia si ritrovò dunque a essere il simbolo vivente della Controriforma e finì sacrificata nella lotta tra la Spagna cattolica di Filippo II e l'Inghilterra protestante di Elisabetta I
La sua esecuzione fu un duro colpo all'autorità divina dei sovrani: per la prima volta nella storia una “regina consacrata da Dio” fu giudicata e condannata a morte.
Il suo unico figlio, Giacomo, fu il primo re britannico che riunì i domini inglesi a quelli scozzesi. 
Da Maria Stuarda discende l'attuale regina d'Inghilterra Elisabetta II.
Maria Stuarda ascese al trono perché, con la morte di suo padre, Giacomo V, non vi erano rimasti eredi diretti maschi di Roberto II di origini indiscutibilmente legittime.
Ella fu il primo membro della casa reale Stuart ad utilizzare la grafia gallicizzata Stuart, piuttosto che il precedente Stewart; adottò questa grafia durante la sua permanenza inFrancia, e lei e i suoi discendenti continuarono a usarla.
La principessa Maria Stuarda , l'8 dicembre1542 dal re Giacomo V di Scozia e dalla sua seconda moglie, la duchessa francese, Maria di Guisa, Giacomo credette che la nascita di Maria avesse segnato la fine del regno degli Stuart in Scozia, ma, al contrario, attraverso il figlio di Maria, iniziò il loro dominio sia sul Regno di Scozia sia sul Regno d'Inghilterra.
Sei giorni dopo la sua nascita, il 14 dicembre del 1542, divenne regina di Scozia, poiché suo padre morì all'età di trent'anni, probabilmente di colera.
Il 9 settembre 1543, a soli nove mesi, Maria fu incoronata regina di Scozia nella cappella reale del castello di Stirling. La bambina, riccamente vestita, fu portata da lord Livingston in una solenne processione verso la cappella reale, dove fu unta dal cardinale David Beaton con l'olio consacrato. 
Grazie al suo matrimonio già combinato, a cinque anni d'età, Maria fu inviata in Francia nel 1548 per trascorrere i suoi successivi tredici anni alla corte dei Valois. Il Re di Francia Enrico II si offrì di proteggerla e allevarla. 
Maria, che tutte le fonti storiche dell'epoca concordano nel descrivere come una bambina vivace, bella, dotata di un carattere amabile e intelligente, aveva davanti a sé un'infanzia promettente e fu molto favorita alla corte francese. Ricevette la migliore istruzione possibile e alla fine dei suoi studi aveva padronanza del francese, del latino, del greco, dello spagnolo, dell'italiano in aggiunta alla sua nativa lingua scozzese. Imparò anche a suonare due strumenti, il liuto e il virginale, e fu istruita nella prosa, nella poesia, nell'equitazione, nella caccia con il falcone e nel ricamo.
La bellezza di Maria fu decantata da molti suoi contemporanei: dotata di un'altezza straordinaria, ben un metro e ottanta, aveva per conformazione fisica il portamento solenne che era apprezzato in una sovrana. I suoi capelli, biondo-cinerini durante l'infanzia, si scurirono sempre più nella maturità sino a raggiungere un colore fulvo; i suoi occhi a mandorla erano invece color nocciola. La qualità maggiormente apprezzata nel suo aspetto era la pelle bianchissima che, quando Maria si ammalò di vaiolo, fu preservata da un unguento speciale (Elisabetta I, invece, vide il suo incarnato sfigurato dalla terribile malattia). Il suo naso era diritto e con una lieve tendenza ad essere aquilino, la sua bocca piccola e graziosa, il collo graziosamente slanciato.
Il 24 aprile 1558 si sposò con il delfino Francesco a Notre-Dame de Paris. Diversamente dalla giovane sposa, dotata di un'istruzione eccellente e di una viva intelligenza, Francesco era ritenuto immaturo per la sua età ed assai poco promettente. Quando il 10 luglio Enrico II morì, Maria divenne la regina consorte di Francia accanto al marito divenuto re come Francesco II.
Il 17 novembre 1558 morì Maria Tudor, l'ultima regina d'Inghilterra di fede cattolica. Secondo la discendenza genealogica Maria Stuarda era seconda nella linea di successione al trono inglese dopo la cugina Elisabetta, sorellastra di Maria Tudor. 
Dopo appena due anni di matrimonio, il 5 dicembre 1560, Francesco II morì a causa di una grave infezione ad un orecchio che gli aveva procurato un ascesso cerebrale. La suocera di Maria, Caterina de' Medici, vedova di Enrico II e madre del defunto re, divenuta reggente per il figlio minorenne Carlo IX riteneva che due regine vedove fossero di troppo e quando la Stuarda tornò a corte le ordinò di ritornare in Scozia per sistemare la grave crisi che si stava verificando nel suo paese.  Infatti, il Parlamento scozzese, senza l'assenso della sovrana, aveva ratificato la modifica della religione di Stato passando da quella Cattolica a quella Protestante.
Maria Stuarda sbarcò a Leith il 19 agosto 1561. L'educazione ricevuta in Francia le aveva fornito molti talenti e virtù, ma non le capacità per far fronte alla pericolosa e complessa situazione politica della Scozia del tempo: senza l'appoggio di Elisabetta, ella sarebbe rapidamente capitolata.
In quanto devota cattolica romana, la regina fu guardata con sospetto da molti dei suoi sudditi, nonché dalla protestante Elisabetta. 
Maria tollerò la supremazia protestante recentemente istituita e nominò il fratellastro Giacomo Stewart come suo principale consulente. 
Maria ebbe dei ripensamenti circa la decisione di aver oltraggiato Elisabetta, e tentò di ricomporre la rottura, inviando un ambasciatore alla corte inglese per sostenere la propria causa come potenziale erede al trono. Elisabetta rifiutò di nominare ufficialmente un erede presuntivo, temendo che questo avrebbe scatenato dei complotti per assassinarla e sostituirla con il successore designato.   
D'altro canto la regina Elisabetta assicurò all'ambasciatore che, tra i possibili eredi, Maria era la sua preferita nonché quella dotata dei diritti più legittimi.
Una delle primarie necessità della giovane regina fu quella di trovare un nuovo marito, in grado di garantirle un'utile alleanza politica. 
Il 29 luglio 1565 a Holyrood Palace convolò a nozze con Enrico Stuart, Lord Darnley, suo cugino di primo grado. L'unione fece infuriare Elisabetta, la quale riteneva che si sarebbe dovuto chiedere il suo permesso, poiché l'uomo era un suddito inglese. Inoltre, Elisabetta si sentiva minacciata dal loro matrimonio, perché sia Maria sia Enrico erano pretendenti al trono, in quanto discendenti diretti di Margherita Tudor, la sorella maggiore di suo padre, Enrico VIII. 
Non molto tempo dopo, Maria rimase incinta. Darnley, fisicamente prestante ma ottuso e violento, divenne arrogante e domandò un potere commisurato al suo titolo di re. In una occasione aggredì fisicamente Maria nel tentativo, infruttuoso, di provocarle un aborto
L'intelligente ed ambizioso musico di origine piemontese Davide Rizzio divenne il più intimo confidente di Maria, nonché segretario particolare: i rapporti fra i due erano così stretti che si iniziò a mormorare che fossero amanti. Lo strano legame cominciò a destare l'accesa ostilità dei nobili protestanti Maria e sebbene cattolico, Darnley si unì a loro in una cospirazione. 
Il 9 marzo un gruppo di nobiluomini, accompagnati da Darnley, uccisero Rizzio davanti agli occhi di Maria, mentre i due si trovavano a colloquio a Holyrood Palace. Darnley in seguito cambiò fazione e tradì i lord, ma l'omicidio del musico fu la causa della rottura del loro matrimonio. 
Enrico si era rivelato incapace come marito e come regnante, al punto da costringere Maria ad esautorarlo gradualmente di ogni carica regale e coniugale.
In seguito alla nascita del loro figlio, Giacomo, il 19 giugno 1566, fu organizzato un piano per eliminare Darnley, che era già malato. Darnley si stava curando in una casa di Edimburgo, dove Maria lo andava a trovare spesso, in modo tale che sembrasse possibile una riappacificazione. 
Nel febbraio del 1567, fu trovato morto in giardino. Questo evento, che avrebbe dovuto essere la salvezza di Maria, danneggiò invece la sua reputazione.
James Hepburn, un avventuriero che sarebbe diventato il suo terzo marito, fu accusato di essere colpevole dell'omicidio e fu portato davanti a un processo farsa, dal quale fu comunque assolto e 
spinse molti lord a firmare un accordo per sostenere le sue pretese di sposare Maria.
Il 24 aprile 1567 Maria visitò per l'ultima volta suo figlio Giacomo, che all'epoca aveva circa dieci mesi, al castello di Stirling. Durante il viaggio di ritorno a Edimburgo, venne rapita da James e dai suoi uomini e condotta al castello di Dunbar, dove fu la violentò. Rimase incinta di due gemelli, ma durante la prigionia ebbe un aborto spontaneo. Il 6 maggio ritornarono a Edimburgo e il 15 maggio, presso il palazzo di Holyrood, Maria e James si sposarono con il rito protestante.
La nobiltà scozzese si rivoltò contro Maria e james e sollevò un esercito contro di loro, ma non ci fu alcuna battaglia, poiché Maria aveva accettato di seguire i lord a condizione che essi la reinsediassero sul trono e lasciassero andare james, il quale fu incarcerato in Danimarca e, diventato pazzo, morì nel 1578 ancora in prigione. Tuttavia i lord ruppero la loro promessa, riportarono Maria a Edimburgo e la imprigionarono nel castello di Loch Leven, situato nel mezzo di un'isola. Maria abortì i due gemelli. Il 24 luglio 1567 fu costretta ad abdicare al trono scozzese in favore del suo unico figlio, Giacomo, che aveva solo un anno.
Il 2 maggio 1568, Maria scappò da Loch Leven e ancora una volta riuscì a radunare un piccolo esercito, si gettò nel campo di battaglia e cavalcò alla testa dei suoi soldati, esortandoli a seguire il suo esempio, ma fu sconfitta. si rifugiò in Inghilterra, sulla base di una lettera della cugina Elisabetta che le prometteva aiuto. Quando Maria entrò in Inghilterra il 19 maggio, tuttavia, fu imprigionata dagli ufficiali di Elisabetta a Carlisle.
Dopo alcune indecisioni sul fatto che Maria dovesse essere processata o meno per l'assassinio di Darnley, Elisabetta non volle accusare apertamente Maria di omicidio.
Maria rifiutò di riconoscere il potere di processarla di un qualsiasi tribunale in quanto era una "regina consacrata da Dio" 
L'indagine era incentrata sulle incriminate “lettere del cofanetto” lettere presumibilmente scritte da Maria a James e trovate a Edimburgo in un cofanetto d'argento, insieme ad un certo numero di altri documenti. Analisi dello stile e dei contenuti hanno escluso la possibilità che esse fossero opere originali di Maria Stuarda.
Nel gennaio del 1569, Elisabetta ordinò che Maria venisse trasferita nel castello di Tutbury, il castello si trovava vicino ad un'ampia palude e i miasmi che ne salivano non erano benefici per la salute cagionevole della regina di Scozia. Qui Maria vi rimase per quindici anni e mezzo. 
La principale attività di Maria Stuarda divenne il ricamo e realizzò molti arazzi di pregiata fattura. 
Fu in quest'occasione che iniziò a ricamare anche le sue vesti con il famoso motto En ma Fin gît mon Commencement (Nella mia fine è il mio principio).
Due complotti del duca di Norfolk che voleva sposare Maria e riportarla sul trono, furono scoperti da Elisabetta che lo fece arrestare e giustiziare. 
Elisabetta intraprese delle trattative con Maria che prevedevano la ratifica del trattato di Edimburgo, con la relativa rinuncia al trono inglese da parte della regina di Scozia, inoltre, quest'ultima non avrebbe potuto sposarsi senza il consenso della cugina. Alla fine però non se ne fece nulla.
In nome di Maria Stuarda furono rivendicati numerosi complotti per assassinare Elisabetta, aumentare i cattolici dell'Inghilterra del Nord e innalzare la regina di Scozia al trono inglese con l'aiuto della Francia e della Spagna.   
Un reale complotto fu operato da Sir Babington e da alcuni giovani gentiluomini inglesi.
Il loro piano era quello di uccidere Elisabetta e di porre sul trono la regina di Scozia.
Maria, iniziò una corrispondenza col giovane, che il 14 luglio le inviò l'esatto piano di fuga e di assassinio di Elisabetta. La lettera fu intercettata e si aspettò la risposta di Maria, che l'avrebbe indiscutibilmente resa colpevole di alto tradimento. Maria alla fine decise di rispondere e scrisse una missiva in cui indicava con esattezza le condizioni necessarie per liberarla, ma non dette una reale risposta sull'attentato a Elisabetta. In questo modo, la colpevolezza di Maria non era assicurata, allora vi aggiunsero un post scrittum relativo all'assassinio della regina inglese. Due giorni dopo la lettera raggiunse Babington che fu arrestato e condotto nella Torre di Londra, dove confessò l'intero piano.
Una volta scoperti, i congiurati vennero torturati, processati sommariamente e squartati.
Nel settembre giuristi si trovarono in difficoltà nell'organizzare il processo a Maria, poiché un sovrano straniero non poteva essere giudicato e in un caso simile avrebbe dovuto essere esiliato dal paese.
I giuristi fecero leva sul fatto che il “crimine” fosse avvenuto in Inghilterra e, utilizzando questa scusante, poterono procedere e istituire un tribunale formato dai più importanti nobili d'Inghilterra.
Maria, tuttavia, non volle categoricamente sottostare a una simile condizione e affermò che avrebbe preferito «morire mille volte» poiché avrebbe negato il diritto divino dei sovrani.
Maria fu processata il 15 ottobre 1586, con l'accusa di alto tradimento, da una corte di quaranta uomini, tra i quali vi erano anche dei cattolici; si difese da ogni accusa con dignità, sottolineando il fatto di essere una “regina consacrata da Dio” e quindi immune alle leggi d'Inghilterra e pongo la mia causa nelle mani di Dio»
Elisabetta I, terrorizzata dall'idea di mandare a morire una regina consacrata, rimandò di mese in mese la firma del mandato di esecuzione, Infine Elisabetta si risolse a firmare il 1º febbraio 1587.
L'8 febbraio 1587, il giorno fissato per l'esecuzione, Maria entrò nel salone del castello con aria tranquilla, indossando un abito scuro e un lungo velo bianco, simile a quello di una sposa. 
Quando il boia le presentò le sue scuse, ella gli disse: «Vi perdono con tutto il mio cuore, perché spero che ora porrete fine a tutte le mie angustie» Sul patibolo le sue dame l'aiutarono a spogliarsi, rivelando un sottabito rosso cremisi, il colore della passione dei martiri cattolici, appositamente scelto dalla regina, che davanti ai protestanti inglesi voleva morire da martire cattolica. Una volta bendata e posizionata la testa sul ceppo pronunciò le parole: «Signore, nelle tue mani affido il mio spirito».
La decapitazione fu, stando ai testimoni, particolarmente brutale: la testa della regina si staccò dal corpo solo con un secondo colpo di scure. 
La regina di Scozia moriva all'età di quarantaquattro anni. Elisabetta, morta nubile, non ebbe figli ed il figlio di Maria, Giacomo Stuart di religione protestante, divenne re d'Inghilterra, designato da Elisabetta sul letto di morte
Il suo corpo venne imbalsamato e fu riesumato nel 1612 quando suo figlio, il re Giacomo I d'Inghilterra, ordinò che venisse sepolta nell'Abbazia di Westminster, in una cappella di fronte alla tomba di Elisabetta.
DA Maria Stuarda discende l'attuale regina del Regno Unito, Elisabetta II.



                                                                      ROBIN HOOD



È un personaggio metà storico e metà leggendario, probabilmente frutto della fusione del personaggio realmente esistito, bandito o nobile sassone decaduto, con le preesistenti leggende di un dio della foresta, un folletto plausibilmente omonimo. Se attualmente nella versione moderna della leggenda lo si immagina come un generoso fuorilegge abilissimo nell'uso dell'arco, viene invece dipinto diversamente nella versione medievale, fino ad essere considerato un bandito come tanti, in epoca contemporanea.
Nella cultura popolare i racconti di Robin Hood e della sua banda sono solitamente associati con l'area della foresta di Sherwood nella contea di Nottinghamshire Il suo luogo di nascita storico pare fosse Loxley nello Yorkshire meridionale.
La leggenda di un ribelle che combatte per una giusta causa, ovvero avversare i soprusi ai danni della gente comune da parte delle corrotte autorità, la proverbiale generosità verso i meno abbienti, l'assenza totale di forme di violenza nel rapinare i potenti, il patriottismo indiscutibile nel sostenere la causa del legittimo sovrano, Riccardo Cuor di Leone impegnato in Terra Santa nelle Crociate e contro l'usurpatore Giovanni Senzaterra, risulta da sempre molto amata dalla gente comune, 
Risulta però assai arduo riuscire a discernere il mito dalla realtà dei fatti, tanto che è altresì difficoltoso comprendere se il mito di questa sorta di "ladro gentiluomo" si è tramandato attraverso le cronache dell'epoca e i racconti orali arricchendosi via via di dettagli tanto trionfali quanto leggendari e di personaggi di contorno vieppiù numerosi. 
La situazione, però, paradossalmente si complica quando si tratta di risalire alla vera identità del Robin Hood storico. Indubbiamente, l'elevata imposizione fiscale che caratterizzò il regno di Giovanni Senza Terra, costrinse alla miseria ed al brigantaggio molte persone. 
Il mito di Robin Hood si dipana  tra la data della morte di re Enrico II (1189) e gli inizi del regno di re Edoardo III. Va anche considerato che il nome "Robert", da cui il derivato "Robin", è da sempre molto in voga, mentre il cognome "Hood" possa essere una storpiatura di "Wood" "
La saga di Robin Hood si dipana a cavallo dei secoli XII e XIII, in quanto viene fatta risalire al regno di re Giovanni d'Inghilterra, nato nel 1166 e regnante tra il 1199 ed il 1216, un'epoca di continui conflitti finanziati con tasse esorbitanti che condussero alla rivolta dei baroni contro il sovrano ed alla coercitiva firma di questi della Magna Charta Libertatum, un documento che limitava parecchio l'assolutismo regio. 
La leggenda di Robin Hood sembra inoltre inserirsi in un vero ciclo medievale detto "Ciclo della foresta". Esso ha la sua verosimile radice nella trasmissione orale anglosassone e narra d’eroi, non appartenenti all’alta nobiltà, in lotta contro un invasore deciso a scacciarli dalle loro terre e privarli di ogni diritto 
Il mito di Robin Hood è stato analizzato molto approfonditamente dallo studioso inglese che pone anche un interessante paragone tra la sua figura semileggendaria con quella - altrettanto semileggendaria - di Re Artù, due miti molto noti ed in voga, che vedono protagonisti due personaggi presentanti parecchie affinità.
In base ad una delle più recenti teorie, il Robin Hood storico, che visse tra il 1190 ed il 1270 e che morì  tra il 1264 ed il 1268, era un bandito da strada per nulla galantuomo, la cui vera identità coinciderebbe con la figura, realmente e storicamente esistita di un fattore del XIII secolo, rovinato dalla congiuntura economica e costretto a divenire un predone reo di azioni anche violente, le scorrerie della cui banda avvenivano nella contea di Nottinghamshire e nelle contee limitrofe, a carico ovviamente di personaggi facoltosi ed influenti.
Nel XIX secolo uno studioso, dopo aver preso in esame oltre trecento ballate inglesi, giunse alla conclusione finale che la figura dell'eroe inglese fosse frutto della fantasia dei giullari di corte. 
Tuttavia, verso la metà del XIV secolo quando la peste dilaga in Europa, in Asia ed in Africa, dove dimezza le popolazioni a meno della metà dell'originaria, con conseguenti carestia e fame, con le rivolte contadine contro le tasse, i privilegi nobiliari e la corruzione del clero. Proprio questo clima cominciano a circolare sempre più velocemente voci sulle gesta di un leggendario individuo che si fa beffe delle autorità statali, si prende gioco delle regole civili e deruba chiunque si trovi ad attraversare la contea di Nottingham e, in particolare, la Foresta di Sherwood.
Le prime versioni stampate delle ballate su Robin Hood appaiono nel primo XVI secolo, subito dopo l'avvento della stampa in Inghilterra. In queste ballate, Robin Hood è un mercante oppure un contadino. È solamente più tardi, durante lo stesso secolo, che diventa un nobiluomo: Robert di Loksley.
Nel XVI secolo è anche il periodo in cui la storia di Robin Hood è spostata indietro nel tempo, fino a circa il 1190, quando Riccardo I d'Inghilterra aveva lasciato il trono per partecipare alle crociate
L'idea che Robin Hood fosse un sassone che combatte contro i signori normanni è invece del XIX secolo, è presente nelle ballate di Sir Ivanhoe nelle vesti dell'eroe che è arrivato fino a noi.
In queste ballate i compagni di Robin sono: Friar Tuck, Will scarlet John, che veniva chiamato little, piccolo, in contrasto con il suo aspetto mastodontico e il menestrello Alan-a-Dale che narra l'avventura di Robin.
La sua morte è collocata il 18 novembre 1247, a circa 87 anni di età, si suppone che l Robin Hood sia sepolto nel monastero di Kirklees. La storia narra che la madre superiora fosse una parente di Robin, che lui stesso fosse ammalato e che si fosse rifugiato nel monastero, dove la madre superiora cominciò a prendersi cura di lui. Nonostante tutto la sua salute peggiorò fino a portarlo alla morte.



                                                    RICCARDO CUOR DI LEONE
                                                 Oxford8 settembre 1157 – Châlus6 aprile 1199),

Era il terzo dei cinque figli maschi del Re d'Inghilterra  Enrico II d'Inghilterra, e della duchessa  Eleonora d'Aquitania. Venne considerato un eroe ai suoi tempi e come tale fu 
Era il figlio favorito della madre Eleonora, Duchessa d'Aquitania, e nonostante fosse nato nel palazzo reale di Beaumont ad Oxford, considerava la Francia come sua patria ed egli in fondo si sentì sempre un francese. Quando i suoi genitori si separarono, rimase con la madre e venne investito del ducato di Aquitania nel 1168 e della contea di Poitiers nel 1172. In realtà era un premio di consolazione per il fatto che suo fratello più anziano, il secondogenito, Enrico il Giovane, era stato designato[1] dal padre come successore alla corona.
In Francia gli fu data un'attenta educazione letteraria tanto che scriveva in francese ed in limosino; fu un appassionato letterato e compose anche alcune poesie. Venne descritto come uomo affascinante, dai capelli tra il rosso ed il biondo, dagli occhi lucenti, la carnagione pallida, di statura sopra la media. Fin da giovane mostrò abilità militari e politiche, diventando famoso per la sua cavalleria e il coraggio, anche se, come i suoi fratelli, non si sottomise sempre all'autorità paterna.
Nel 1170 il quindicenne Enrico il Giovane, suo fratello maggiore, venne incoronato re congiunto d'Inghilterra, con il nome di Enrico III, quando il padre era ancora in vita. Non avendo mai realmente regnato non viene annoverato tra i sovrani inglesi. Viene definito il Giovane per distinguerlo dal sovrano Enrico III suo nipote.
Enrico il giovane organizzo una ribellione insieme ai suoi fratelli, per usurpare la corona al padre Enrico II. La ribellione fu sconfitta dal  Re e Riccardo umilmente chiese il suo perdono.
Lo scandalo del fidanzamento: Enrico II aveva fatto un accordo con il re di Francia Luigi VII per far sposare la figlia Alice con Riccardo. Questa fu inviata in Inghilterra dove Enrico ne divenne tutore innescando una serie di voci e maldicenze su una sua relazione con Alice.
Enrico riuscì a rabbonire  il re francese e scoraggiò Riccardo dal rompere il fidanzamento. 
Riccardo però era profondamente innamorato di Berengaria di Navarra e alla morte di suo padre dispose che Alice fosse rinviata a suo fratello il nuovo Re di Francia Filippo II e si ritenne libero di sposare Berengaria: Filippo e Riccardo partirono come alleati per la terza Crociata.
Con la morte di Enrico il Giovane, Riccardo divenne il figlio più grande e quindi erede al trono inglese, ma egli dovette continuare ancora la lotta contro suo padre. Infatti Enrico II aveva progettato di nominare suo figlio minore Giovanni erede al trono. Ma Riccardo sconfisse l'esercito di suo padre il quale accettò Riccardo come legittimo  erede al trono. Due giornni dopo Enrico II gi molto malato morì e Riccardo gli successe come Re d'Inghilterra
Riccardo, che era vissuto quasi sempre in Francia, fece un giro per conoscere meglio il regno d'Inghilterra, preannunciando che il suo primo obiettivo era la crociata; uno dei suoi primi atti fu di donare vaste tenute inglesi al fratello Giovanni e partì per la Terra Santa, per prendere parte alla Terza Crociata.

Riccardo conquistò Giaffa e poi Ascalona e riportò diverse vittorie, ma non riuscì a conquistare Gerusalemme 

Alla fine, dopo un'altra vittoria davanti a Giaffa, Riccardo convinse il Saladino ad una tregua di tre anni, con libero accesso alla Città Santa; inoltre la striscia costiera da Ascalona ad Acri era sotto il controllo cristiano. Dopo aver stipulato tale tregua Riccardo decise, nell'ottobre del 1192, di rientrare in Europa. Durante il viaggio di ritorno Riccardo, pur essendo in vesti di pellegrino, fu riconosciuto e catturato dal duca d'AustriaLeopoldo V  che inoltre si riteneva offeso per una ingiuria ricevuta da Riccardo al tempo della crociata 

Dopo la cattura di Riccardo, suo fratello Giovanni aveva cercato di farsi eleggere Re, diffondendo la notizia della morte di Riccardo. Ma quando l'arcivescovo di Salisbury, portò la notizia che Riccardo era vivo, la posizione di Giovanni si fece delicata; infatti diversi funzionari si recavano in Germania per ricevere ordini direttamente da Riccardo e i baroni normanni non vollero più avere a che fare con Giovanni.  

Prima del rilascio di Riccardo, Giovanni  si rifugiò alla corte di Francia. Riccardo, al suo arrivo in Inghilterra, trovò la situazione sotto il controllo di Hubert Walter, che fu nominato cancelliere e Gran Giustiziere.



Riccardo, tornato in Normandia alla fine del 1194 e trovato che Filippo II Augusto, approfittando della sua assenza, aveva cercato di sottrargli diversi feudi, reagì immediatamente e in poco più di un anno riuscì a riprendersi tutti i suoi territori.
Con il matrimonio di sua sorella Giovanna con Raimondo VI di Tolosa rafforzava la sua posizione nel sud della Francia
Riccardo vinse facilmente la guerra contro Filippo II di Spagna e fu concordata una tregua di cinque anni, all'inizio del 1199. Pochi mesi dopo, il 6 aprile 1199, Riccardo morì in seguito ad una ferita mentre assediava il castello di un vassallo ribelle. Il cervello di Riccardo fu sepolto nell'abbazia di Charroux nel Poitou, il suo cuore a Rouen in Normandia, mentre il resto del corpo fu inumato ai piedi di suo padre, nell'Abbazia di Fontevrault, nell'Angiò.

Il suo erede era il nipote, figlio di suo fratello Goffredo, il duca di BretagnaArturo I, che ottenne solo l'Angiò, mentre il fratello Giovanni gli subentrò come re d'Inghilterraduca di Normandia, conte del Maine e duca d'Aquitania e di Guascogna.

Le descrizioni di Riccardo I d'Inghilterra che ci hanno lasciato i suoi contemporanei lo dipingono come un uomo alto, corpulento ma non flaccido, dall'incarnato pallido, con un volto leonino segnato dalla fatica, incorniciato da una criniera di capelli tra il rosso e il biondo e occhi azzurri molto espressivi. Era solito sfoggiare vesti eleganti e guanti ricamati in ogni occasione.


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