venerdì 10 aprile 2015

LE MIE RADICI...


ASSISI.

Mio nonno Ruggero era l'ultimo rampollo di una famiglia benestante di Assisi le cui radici risalgono fino al 
1600 ed oltre. Nel museo di Assisi ancora oggi è esposta una stele che ricorda un Domenico Paccoj del 1701, quale benefattore e mecenate di Assisi.

Mia madre mi raccontava che Ruggero era molto bello, alto, bruno e con gli occhi azzurri.. Burbero, energico e severo, ma fondamentalmente buono.. quando conobbe mia madre gli piacque subito e quasi ordinò a mio padre di sposarla al più presto.
Le tre sorelle maggiori  conducevano una vita sfarzosa e dispendiosa, fatta di viaggi, raffinatezza e liberalità.  
Non si sono mai sposate e in breve tempo dilapidarono  il patrimonio familiare.. erano chiamate col nomignolo di "cichine" per le numerose sigarette, ed anche sigari avana, che fumavano.

Ruggero e Maria Luisa si conobbero sui banchi di scuola, si sono voluti bene fin da bambini e crescendo i due ragazzi si dichiarano il loro amore..
ma come succede quasi sempre, le due famiglie borghesi si osteggiavano a vicenda e i genitori avversarono questo amore, ma  nulla avrebbe potuto impedir loro di amarsi.. si incontravano di nascosto, si scambiavano frasi d'amore dalle finestre, e si scrivevano letterine romantiche.


Compiuta la maggiore età, Ruggero scappò dalla città natia insieme alla sua amata Maria Luisa, detta "Giggia", e si trasferirono a Roma..  Riuscirono ad affittare una grande casa in Via Piave.. una casa bella e spaziosa, ma che affacciava solo su di un ampio cortile interno del palazzo dove il sole non ci batteva quasi mai.. io la ricordo perennemente buia.
Ruggero fu assunto da un maestro ebanista che gestiva una importante bottega del legno e ben presto divenne un falegname professionista.. mia nonna Giggia, invece, amò essere una onesta casalinga.  Qui nacquero quattro figli: mio padre, un fratello e due sorelle.

Le sorelle “cicchine, ”dopo aver vissuto una vita nel lusso e dilapidato un patrimonio, vollero venire a Roma a trovare il fratello.
Mendicarono compassione e comprensione, chiesero ospitalità. Ruggero che era un uomo buono le accolse a braccia aperte e concesse loro di stabilirsi in una stanza della grande casa. 
Avevano già una bella età ma non smisero mai di fumare.
Mia madre mi raccontava che nel giorno in cui mio padre gliele presentò, erano sedute in poltrona con uno scialle di lana sulle spalle e il sigaro avana nelle mani. 
Una di loro chiamò mio padre: “Ubaldo, core” (tipico detto umbro) disse, “avvicinati, dimmi com’è Agatina,
é bella vero? io sono vecchia e stanca e non riesco proprio a vedere bene”. “Si, si, rispose mio padre è molto bella”.
Appena usciti dalla stanza mio padre si rivolse a mia madre e disse: “ Non darle retta, quella ci vede benissimo, lo fa per farsi compatire.

Il ricordo più vivido che ho di mio nonno è quello di quando ragazzino, insieme ad un mio amichetto, percorremmo a piedi tutta la via Appia Nuova fino alla stazione Termini e quindi in via Piave a casa di mio nonno.. un tratto abbastanza lungo che solo con il tram si poteva fare senza stancarsi..suonai alla porta e mi venne ad aprire proprio lui.. ho ancora impressa nella mente la sua figura..alto, con viso preoccupato e meravigliato mi disse:  "cosa fai qui, tua madre lo sa che sei venuto?"  "No" risposi,  "passeggiando, passeggiando con un mio amichetto siamo arrivati fino qui",  "dovrei sculacciarti" disse, invece mi abbraccio e mi bacio sulla fronte.. mi dette anche dei soldi,  "con questi ci prendete il tram e tornate subito a casa che sicuramente staranno tutti in pensiero".. ma il richiamo delle giostre, che si trovavano in piazza S. Giovanni, fu troppo forte.. spendemmo tutti i soldi divertendoci sui "Caroselli" e tornammo a piedi.. a casa le famiglie erano in fibrillazione, ci avevano cercato per tutto il quartiere ed ora ci aspettavano davanti al portone del palazzo pronte a sculacciarci.. ma che bello!!!!!

Assisi, è conosciuta  in tutto il mondo per essere la città in cui nacquero, vissero e morirono San Francesco e Santa chiara.. per la sua magnifica cattedrale e per le numerose e splendide opere d'arte.. Mi è sempre piaciuto andare in gita ad Asssisi..un giorno mi recai nella stupenda chiesa del Battistero, mentre ero intento ad ammirare le bellissime icone e i capolavori d'arte, mi si avvicinò un fraticello molto simpatico con la classica chierica dei frati francescani, che vedendomi così interessato mi chiese da dove venissi:  "da Roma"  replicai,  "ma mio nonno è nato qui ad Assisi", ah, si!  e come si chiamava?  "Paccoj" dissi,  allora venga con me in sagrestia le mostrerò qualcosa di stupefacente".. entrammo e rimasi veramente sbalordito:  in una piccola biblioteca  erano ordinati in fila antichissimi volumi, ricoperti di pregiata pelle, dove venivano registrate le nascite, i battesimi e i figli abbandonati nella ruota del convento delle suore. 

Mi mostrò poi delle pergamene risalenti alla notte dei tempi contenenti scritti originali in latino e greco..  non credevo ai miei occhi, ero incantato di fronte a tanta splendida magia, a tanta meraviglia, a tanta arte..  poi tirò giù tre o quattro dei libroni antichi e mi invitò a sfogliarli, erano scritti tutti a mano in maniera incredibilmente ordinata e armoniosa, in fondo ai volumi perfino l'indice dei nomi era scritto a mano.. il frate scorse l'elenco e trovò "Paccoj" con accanto il numero della pagina da consultare..aprì la pagina e mi disse  "leggi, io ci vedo poco".. rimasi strabiliato quando vidi ciò che c'era scritto:  "Al cantare del gallo del giorno.. da Adelaide e da Ubaldo è nato un bambino che è stato battezzato con il nome di Ruggero".. ero sbigottito e commosso.. Il frate disse:  "risaliamo ancora indietro e vediamo dove arrivano le tue radici".. sfogliando diversi volumi e andando indietro nel tempo, fra zie, prozie, nonni e bisnonni, arrivammo fino ad un tal Domenico Paccoj mecenate di Assisi nato nel 1701, la cui stele è ancora oggi esposta nel museo della città.. in quegli enormi registri era scritta tutta la storia della gente di Assisi.. Il frate disse  "si è fatto tardi non possiamo andare oltre, però devi tornare, ti voglio far trovare i tuoi avi fino al medio evo, i Paccoj erano una famiglia molto amata qui ad Assisi".. "certo che torneò e al più presto"..lo ringraziai e ci salutammo molto cordialmente..

Tornai ad assisi qualche mese dopo, andai di corsa al Battistero a cercare Frà..ma non mi aveva detto neanche il nome..mi venne incontro un frate alto e grosso con folta barba per chiedere cosa desideravo, gli raccontai che cercavo un frate piccolino molto gentile e simpatico che mi aveva fatto visitare la biblioteca della sagrestia dove avevo visto delle cose meravigliose, rispose che Frà Egidio, così si chiamava,  era morto e che il Priore aveva vietato assolutamente di far entrare i visitatori in sagrestia.. per me fu un duro colpo, oltre che per la morte del piccolo frate, soprattutto perché non ho potuto completare il mio albero genealogico..un sottile senso di smarrimento si era insinuato dentro di me cancellando la gioia e il buon umore di poco prima...

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